Dopo la sospensione per il secondo semestre del 2021 il governo Draghi sembra intenzionato a cancellare definitivamente il cashback, il rimborso fino a 150 euro semestrali per i pagamenti digitali.
Addio al cashback. L’intenzione del governo Draghi sembra essere quella di cancellare la misura introdotta a dicembre del 2020 e che prevede un rimborso fino a 150 euro semestrali per gli utenti che effettuano i pagamenti con strumenti digitali come carte, bancomat e app.
Il cashback era stato sospeso per il secondo semestre del 2021 ma la misura sarebbe dovuta tornare nel primo semestre del 2022. Le intenzioni di Draghi e del ministro dell’Economia Daniele Franco sembrano però essere diverse e il cashback rischia la cancellazione.
Per il meccanismo di rimborso sulle spese effettuate con strumenti digitali potrebbe essere lo stop definitivo. La linea del governo è emersa durante la cabina di regia che si è tenuta il 27 ottobre a Palazzo Chigi, in vista del Consiglio dei ministri che dovrà varare la legge di Bilancio 2022.
Addio al cashback, M5s e Pd contrari
La mossa di Draghi sicuramente non piacerà al Movimento 5 Stelle e al Pd che il cashback l’hanno introdotto durante il governo Conte II. Proprio l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte prima della notizia parlava del cashback come di uno “strumento efficace di lotta all’evasione fiscale”.
Proprio M5s e Pd avevano strappato negli scorsi mesi la promessa di un ritorno del cashback dopo lo stop del semestre in corso, che sarebbe dovuto essere solamente temporaneo. La misura invece potrebbe essere definitivamente cancellata. Sempre Conte si era detto disponibile anche a rivedere il cashback e a cambiarne il nome pur di mantenerlo in vita.
La sospensione del cashback
Il governo Draghi aveva sospeso il cashback per il secondo semestre del 2021, anche per valutare il reale impatto della misura e poter poi capire se riattivarlo (e in che modo) nel primo semestre del 2022. Per finanziare il cashback c’è un fondo a disposizione che può contare ancora su 1,5 miliardi di euro.
Risorse che a questo punto potrebbero essere dirottate su altre voci di spesa. Una volta stabilita l’interruzione del cashback per il secondo semestre del 2021 il governo aveva deciso di incentivare l’utilizzo del Pos con bonus riservati solamente agli esercenti e non più agli utenti.
I dati del reale impatto del cashback
Il governo non ha fornito stime ufficiali sul reale impatto del cashback e della sua applicazione nel mese sperimentale di dicembre e nel primo semestre del 2021. Gli unici dati a disposizione sono quelli forniti da uno studio del Politecnico di Milano.
L’impatto della misura sarebbe stato positivo: nei primi sei mesi del 2021 le transazioni digitali sono aumentare del 41%, passando da 2,3 miliardi dello stesso periodo del 2020 a 3,2 miliardi nell’anno in corso. Inoltre le cifre riguardanti acquisti digitali sono cresciute del 23%, passando da 118 a 145,6 miliardi di euro.
Cos’è il cashback e come funziona
Il cashback è stato introdotto ufficialmente dal primo gennaio per il primo semestre del 2021 dopo la sperimentazione (di un mese) a dicembre 2020. La misura prevede un rimborso pari al 10% dell’importo degli acquisti effettuati con strumenti elettronici come carte di credito, carte di debito, bancomat e app.
Gli acquisti rimborsabili sono quelli effettuati in tutti i negozi fisici mentre vengono escluse le spese online. Per accedere al rimborso è necessario raggiungere un minimo di pagamenti digitali: almeno 50 a semestre. Il rimborso massimo semestrale a persona è di 150 euro e per ogni transazione si può conteggiare un rimborso massimo di 15 euro (anche quando la spesa è maggiore di 150 euro).
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