F41 è la variante dell’Adenovirus che sta colpendo i più piccoli con gravi forme di epatite; quello che sappiamo su questa nuova forma del virus.
Si continua a indagare la causa della nuova forma di epatite che sta colpendo i bambini. La tesi più accreditata è quella che si tratti di una variante dell’adenovirus, l’F41 per la precisione. Ci sono però dei problemi riguardo l’attendibilità di questa tesi e sono di natura prettamente scientifica.
Questa eventualità di fatto non spiega di per sé la gravità dei casi; normalmente un ceppo virale di questo «lignaggio» non è connesso a manifestazioni sintomatologiche analoghe a quelle che stanno colpendo moltissimi bambini in vari Stati del mondo. Capiamo quindi cos’è davvero l’adenovirus e in quale modo si trasmette per leggere con maggior cognizione di causa le molte notizie che si rincorrono su questo tema nella speranza di mettere la parola «fine» all’incertezza del fenomeno.
Cos’è l’Adenovirus?
Gli adenovirus sono una famiglia di virus, unica rappresentante dell’ordine Rowavirales. Se ne conoscono almeno 100 sierotipi e oltre la metà di questi sono suddivisi in sette specie e catalogate con le lettere dalla A alla G. Sono agenti infettivi particolarmente comuni nonché causa di patologie molto diverse poiché interessano le membrane delle vie respiratorie ma anche gli occhi, l’intestino, le vie urinarie e il sistema nervoso.
Possiamo inoltre reputare l’adenovirus come il principale responsabile di raffreddore, mal di gola e tosse visto che colpisce soprattutto le delle vie aeree superiori. Comuni in caso d’infezione sono quindi l’influenza e la congiuntivite. Più di rado lo si associa invece alla comparsa della bronchite e della polmonite.
Gli adenovirus possono però colonizzare anche lo stomaco e l’intestino come abbiamo detto provocando sintomi quali la nausea, il vomito e la diarrea.
Non esistono antivirali specifici in grado di eradicare l’infezione e il trattamento è basato sulla gestione dei sintomi respiratori o gastrointestinali visto che non esistono neppure dei vaccini somministrabili alla popolazione comune. In Paesi come gli Stati Uniti ne viene inoculato un tipo specifico solo ai militari, in quanto particolarmente esposti al rischio di contrarre l’infezione in missione.
Come si diffonde l’adenovirus?
La trasmissione degli adenovirus avviene quasi esclusivamente a partire da una persona infetta. Le malattie causate dagli adenovirus quindi si diffondono attraverso il contatto personale (es. una stretta di mano o tramite le goccioline infette rilasciate nell’aria con la tosse e gli starnuti). C’è poi l’ipotesi indiretta dove si entra a contatto con una superficie su cui è presente un adenovirus.
Analogamente al caso del coronavirus se poi si portano le mani alla bocca, al naso o agli occhi è facile contagiarsi. Le misure igieniche sono quindi fondamentali se si entra in contatto con del cibo. Rara ma possibile è infine la trasmissione per via oro fecale a cui i genitori sono soggetti nel momento del cambio pannolino al bambino.
Nessun tipo di epatite infatti si contrae attraverso l’aria, almeno non in Europa.
Dobbiamo tenere in considerazione inoltre che l’infezione da adenovirus F41 non ha un’incidenza specifica in un periodo dell’anno; sappiamo soltanto che i bambini che hanno avuto altri problemi di salute pregressi o hanno un età inferiore ai due anni sono più sensibili analogamente agli adulti con un sistema immunitario indebolito da malattie e terapie. Questo collegamento con conseguenze gravi è stato spiegato dagli esperti europei di microbiologia.
Il problema di questa ipotesi
Gli esperti hanno escluso categoricamente ogni possibile relazione con il vaccino anti-Covid e la comunità scientifica è compatta nel sostenere l’impossibilità che si tratti di una nuova «manifestazione» del Covid-19.
Per definire l’origine dell’epatite acuta per ora ci si sta concentrando sull’adenovirus poiché i virus che di solito causano questa malattia non sono comparsi in nessuno dei casi in analisi mentre l’adenovirus è stato rilevato in più di 70 bambini. A darne conferma è Meera Chand, direttrice del reparto di infezioni cliniche ed emergenti presso l’Ukhsa (Uk Health Security Agency):
«Le informazioni raccolte attraverso le nostre indagini suggeriscono sempre più che questo aumento dell’insorgenza improvvisa dell’ epatite nei bambini è legato all’infezione da adenovirus.»
Il problema principale è che solitamente questo microrganismo non porta con sé complicazioni di portata simile a quella manifestata nei giovani pazienti sotto osservazione. Si lascia quindi aperta la porta a due possibilità: che questa sia una sostanza tossica ancora sconosciuta (ipotesi improbabile in quanto non è stato trovato alcun denominatore comune nei casi registrati fino a oggi) o che si tratti di un adenovirus capace di causare effetti più gravi «in combinazione» con un altro virus, come ad esempio il Covid-19.
L’unica certezza è che per il momento il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie a Stoccolma afferma che non c’è ragione di porre limitazioni ai viaggi in Europa o nel mondo. L’avanzata del virus non desta ancora un livello di preoccupazione tale da disporre simili restrizioni alla mobilità internazionale.
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