Il Medio Oriente spinge il prezzo del petrolio verso nuovi massimi da ottobre: cosa succede e perché il greggio può tornare a infiammarsi?
Il Medio Oriente torna a infiammare il prezzo del petrolio, che nella giornata di martedì 2 aprile fa un balzo di oltre l’1% per raggiungere un nuovo massimo da ottobre.
I segnali di un possibile miglioramento della domanda in Cina e Stati Uniti, i maggiori consumatori di petrolio al mondo, e soprattutto le crescenti preoccupazioni per un conflitto in espansione in Medio Oriente che potrebbe influenzare l’offerta dalla regione hanno dato una forte spinta alle quotazioni oggi.
I futures sul WTI sono in aumento dell’1,92% oltre gli 85 dollari al barile e i contratti Brent segnalano un balzo dell’1,78% a quasi 89 dollari al barile a metà mattinata. Il petrolio è quindi salito al nuovo massimo degli ultimi cinque mesi.
Il greggio è salito del 14% quest’anno con i tagli alla produzione da parte dell’OPEC che hanno compensato l’aumento dell’offerta dall’esterno del gruppo. Si prevede che l’OPEC+ affermi la sua attuale politica di produzione in una riunione di revisione prevista per mercoledì, che porterebbe a un deficit fino alla fine dell’anno.
Intanto, la sola potenziale possibilità che l’Iran entri direttamente in guerra in Medio Oriente ha fatto balzare l’oro nero.
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In Medio Oriente, un attacco israeliano all’ambasciata iraniana in Siria ha ucciso sette consiglieri militari, tra cui tre comandanti anziani, segnando un’escalation nella guerra a Gaza tra Israele e Hamas, sostenuta dall’Iran.
L’allargamento del conflitto potrebbe ora concretizzarsi con Teheran che ha promesso rivendicazioni, suscitando quindi preoccupazioni circa l’impatto sulla fornitura di petrolio.
“Fino a oggi, il mercato non si è preoccupato di interruzioni dell’offerta, dato che la guerra è rimasta contenuta. Il coinvolgimento dell’Iran potrebbe mettere a repentaglio la sua fornitura di petrolio”, hanno scritto in una nota gli analisti di ANZ.
“I catalizzatori rialzisti per i prezzi del petrolio continuano ad accumularsi, con condizioni economiche più forti del previsto in Cina e negli Stati Uniti che offrono una prospettiva della domanda più ottimistica, mentre le tensioni geopolitiche in Medio Oriente continuano a riscaldarsi con il coinvolgimento dell’Iran”, secondo lo stratega del mercato IG Yeap Jun Rong.
Infine, da segnalare la notizia secondo cui il Messico intende interrompere la fornitura del suo petrolio greggio di punta Maya alle raffinerie negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, una mossa che comporterebbe un’ulteriore stretta globale. In questo contesto, tra i timori di una stretta e di una tensione in Medio Oriente più accesa, il prezzo del petrolio si è impennato.
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