Le quotazioni del metallo giallo risultano particolarmente in forma durante l’ultima parte del 2018. La decisa rottura della resistenza di medio periodo favorisce indicazioni di matrice rialzista
Seduta poco mossa sull’oro, che dal sei dicembre veleggia nell’area dei massimi dal 12 luglio scorso. I prezzi beneficiano dell’indecisione del biglietto verde, che nelle ultime ottave è più debole grazie ai toni più dovish del Presidente della Fed Jerome Powell.
Oro, grafico settimanale. Fonte: Bloomberg
Il quadro risulta più chiaro se si osserva il grafico del metallo giallo sul time frame settimanale. I corsi stanno rimbalzando dopo il forte movimento correttivo partito dalla seconda metà di aprile 2018 e conclusosi a ridosso del supporto lasciato in eredità dai minimi dell’ultima settimana di giugno 2013.
Negli ultimi cinque anni, questo livello statico è stato il “centro di gravità” dell’andamento del prezioso per eccellenza.
Le quotazioni hanno fornito un segnale di forza portandosi al di sopra della resistenza a 1.236,55 dollari, e sembrano ora puntare verso quota 1.290 dollari. In questa zona infatti transita la trendline di lunghissimo periodo tracciata dai massimi di ottobre 2012 a quelli del gennaio 2018.
A corroborare l’ipotesi di una prosecuzione degli acquisti è l’oscillatore RSI settato a 14 periodi, che non segnala nessuna divergenza e non è ancora giunto in una fase di eccesso di pressione di acquisto.
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Elaborazione Ufficio Studi di Money.it
Visto quanto emerso nell’analisi, si potrebbero valutare strategie di matrice rialzista ad un eventuale ritorno dei prezzi verso il livello statico a 1.236,55 dollari. In questo caso, lo stop loss andrebbe posto a 1.215 dollari, l’obiettivo principale a 1.265 dollari e l’obiettivo finale a 1.288 dollari.
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