L’app Immuni arriva tra 15 giorni: ne ha annunciato l’imminente lancio il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri
L’app Immuni arriva tra 15 giorni. Ad annunciare le tempistiche del lancio il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, che ha parlato di “10-15 giorni per la disponibilità”.
Ha assicurato che nella prima metà di giugno l’applicazione sarà già attiva. In giornata c’è stata la pubblicazione del codice sorgente da parte del ministero dell’Innovazione.
Le parole di Sileri ai microfoni di Radio 24 puntano quindi nuovamente i riflettori verso lo strumento, presentato come vera chiave per il tracciamento dei contagi in Italia, ma che gradualmente sembrava letteralmente sparita dall’agenda della Fase 2.
Il viceministro ha parlato di Immuni come di un’app che mira alla “riorganizzazione della medicina territoriale e della medicina preventiva”:
“La sua pubblicazione, con il link presente sul portale del dicastero, rappresenta un’altra tappa del percorso che guarda al lancio di Immuni.”
App Immuni: arriva tra 15 giorni
Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, ha affermato di attendere proprio nelle prossime ore la valutazione di impatto sulla privacy, sulla quale poi l’Autorità dovrà esprimersi.
Al momento secondo Soro elementi come la scelta volontaria corrispondono con le richieste fatte in un primo momento dal Garante.
L’app - sul modello di Google e Apple - procederà a una raccolta dati sui singoli dispositivi e non su un server centrale. Il track riguarderà di fatto solo la circostanza dell’incrocio tra individui e quindi smartphone.
Tramite tecnologia bluetooth, l’app rileverà la vicinanza fra due dispositivi e registrerà sullo smartphone di ciascun cittadino una lista di codici identificativi anonimi di tutti i device con cui è entrato in contatto.
Come già più volte sottolineato, non ci sarà nessun obbligo di scaricare l’applicazione per gli Italiani.
Solo qualche settimana fa il Regno Unito ha dato il via alla fase di test dell’applicazione che traccia i contagi da coronavirus. Esattamente come la versione italiana, l’app mira a mandare un avviso agli utenti qualora dovesse riscontrare una vicinanza a qualcuno che si è rivelato positivo al virus.
Ma, al contrario di Italia e Germania, il Regno Unito ha scelto di non utilizzare la tecnologia sviluppata da Google e Apple per archiviare i dati solo localmente su singoli dispositivi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA