Il personale scolastico è ancora in attesa di ricevere l’aumento e gli arretrati maturati nel periodo 2019-2021. Ecco quando dovrebbero arrivare e a chi spetta.
I docenti e il personale scolastico dovranno ancora attendere per poter ricevere l’aumento di stipendio. Si allungano, infatti, i tempi per il rinnovo del contratto di Scuola, Università e Ricerca, rispetto a quanto annunciato il 10 novembre, dopo l’accordo con il Ministro Valditara.
Infatti, il via libera della Corte dei conti e Mef era previsto dai sindacati per fine novembre, ma non è andata così e si concretizza sempre di più la possibilità che gli arretrati 2019-2021 siano assegnati per la metà dicembre.
Dopo Funzioni Centrali (Ministeri, Agenzie), Enti locali (comuni) e Sanità, la Scuola è l’ultimo settore che ancora attende che sia rinnovato il contratto nazionale di lavoro (Ccnl) con l’accredito di arretrati - in media quasi 2.500 euro soggetti a tassazione separati - e aumenti.
Davanti a una simile situazione è quanto mai opportuno quindi capire a chi spetteranno gli arretrati e quando potrebbero arrivare. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Arretrati fino a 2.500 euro e aumenti di stipendio: a chi spetta?
L’aumento previsto dal rinnovo del Ccnl per il settore dell’Istruzione si rivolge a diverse figure lavorative, dal personale scolastico che lavora nella scuola a tempo indeterminato, ai docenti che hanno prestato servizio nel periodo interessato, con contratti a tempo determinato fino al 31 agosto o al 30 giugno, e il personale in pensione. A questi poi si dovrebbero aggiungere anche gli insegnanti che nel periodo interessato hanno avuto contratti di supplenza temporanea, non annuale e coloro che hanno prestato servizio nel 2019 ed ora non sono più nella scuola.
Oltre allo stipendio mensile, quindi, il personale scolastico dovrebbe quindi percepire fino a 2.500 euro d’arretrati insieme agli aumenti maturati nel periodo pregresso. Si tratta di somme che variano in base alla posizione del singolo docente ma orientativamente si parla di aumenti di:
- 125 euro per i docenti;
- 100 euro per gli Ata.
I 2.500 euro di arretrati devono poi essere considerati lordo dipendenti e quindi per ottenerne l’importo netto bisogna sottrarre le ritenute assistenziali e previdenziali e le ritenute Irpef, differenti per ogni lavoratore in base al reddito.
Come scrive il Messaggero, se si considera uno stipendio medio di un docente di circa 1.400 euro netti, tra aumenti e arretrati si arriverebbe a circa il triplo dello stipendio.
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Arretrati fino a 2.500 euro e aumenti di stipendio: quando arrivano?
Gli aumenti e gli arretrati arriveranno ai lavoratori del settore scolastico, ma non a tutti contemporaneamente. Infatti, gli arretrati non saranno liquidati sullo stipendio di dicembre, ma dovrebbe essere prevista un’emissione a parte a causa del prolungarsi delle tempistiche. .
Comunque, tutti i lavoratori dovrebbero ricevere ciò che gli spetta entro la fine di dicembre. L’obiettivo sarebbe quello di rendere tali soldi disponibili prima del 25 dicembre (Natale).Per poter ottenere gli arretrati, i docenti e il resto del personale scolastico non deve presentare alcuna richiesta, in quanto i soldi verranno accreditati in automatico
Aumento stipendi, ma non basta: qual è la situazione in Italia?
E se quindi il personale scolastico può tirare un sospiro con l’arrivo degli arretrati, il sollievo può essere quanto mai fugace, a causa degli aumenti dei costi causati dall’Inflazione. Le proteste in piazza infatti continuano a causa degli stipendi troppo bassi. Infatti, stando al Rapporto mondiale sui salari 2022/23, dopo aver considerato il costo della vita cresciuto in modo copioso, i salari dei lavoratori italiani risultano più bassi del 12% rispetto al 2008. Anche quel 4,2% di aumento derivante dal Ccnl 2019-21 lascerebbe il costo della vita sopra dell’ 8%.
A questa situazione si aggiunge poi per la Scuola il rammarico per il mancato stanziamento di risorse per il nuovo contratto: quello che va dal 2022 al 2024. C’era sì un impegno del ministro Giuseppe Valditara, ma nell’attuale bozza della Legge di bilancio approvata dal Governo non c’è alcuna traccia.
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