Assegno unico universale, Isee da rinnovare entro il 29 febbraio 2024. Cosa rischia chi ritarda e cosa va comunicato all’Inps per scongiurare la riduzione dell’importo.
Come ogni inizio anno le famiglie che prendono l’Assegno unico universale (Auu) si chiedono cosa devono fare con l’Isee, ossia entro quando va aggiornato per far sì che ci sia continuità nei pagamenti senza rischiare una riduzione dell’importo.
Essendo una misura il cui importo è condizionato dalla situazione economica della famiglia che lo percepisce, l’Assegno unico universale dipende infatti dal valore dell’attestazione Isee aggiornata all’anno di riferimento. Per il sostegno di quest’anno, quindi, si guarda all’Isee 2024 che per quanto riguarda redditi e patrimoni riferisce al 2022.
Tuttavia, non è necessario affrettarsi: per rinnovare l’Isee ai fini dell’Assegno unico, infatti, c’è molto tempo a disposizione come ufficializzato dall’Inps con il messaggio n. 15 del 2024. Discorso diverso se invece l’Isee serve per accedere ad altre misure, come ad esempio l’Assegno di inclusione.
A tal proposito, ecco una guida rivolta a tutte le famiglie che percepiscono l’Assegno unico universale e si chiedono quando va richiesto il nuovo Isee, in cui trovate le informazioni non solo riferite alle scadenze ma anche su cosa bisogna fare una volta ricevuta la nuova attestazione.
Quando si aggiorna l’importo dell’Assegno unico
Come anticipato, l’importo dell’Assegno unico universale varia a seconda della situazione economica familiare come risultante dall’Isee in corso di validità.
A tal proposito è bene sottolineare che nonostante l’Isee 2023 sia scaduto il 31 dicembre scorso, a gennaio e febbraio si farà ancora riferimento a questo per il calcolo dell’assegno. Infatti, il periodo di percezione dell’Auu va da marzo a febbraio dell’anno successivo e per tutto questo arco di tempo si tiene conto dell’Isee in corso di validità nell’anno di partenza del beneficio.
Ciò significa che:
- Assegno unico da marzo 2023 a febbraio 2024: calcolato in base all’Isee 2023;
- Assegno unico da marzo 2024 a febbraio 2025: calcolato in base all’Isee 2024.
E così via.
Ma attenzione: lo scorso anno l’Istituto ha provveduto al ricalcolo dell’importo già con la mensilità di febbraio per coloro che hanno richiesto l’Isee nelle prime settimane di gennaio. Un’operazione che in alcuni casi è stata conveniente, in caso di Isee più basso del precedente, mentre in altri - quando appunto il valore dell’attestazione è aumentato - no.
Quando aggiornare l’Isee per l’Assegno unico
Visto quanto detto sopra, l’Isee 2024 ai fini dell’Assegno unico va richiesto entro il 29 febbraio 2024, così che l’Inps disponga dei dati reddituali e patrimoniali aggiornati per ricalcolare l’importo che verrà erogato a decorrere da marzo 2024.
Va detto che l’Isee si può aggiornare anche in ritardo mantenendo il diritto agli arretrati. Se la nuova attestazione viene comunque richiesta entro il 30 giugno 2024, infatti, si avrà diritto a un conguaglio con decorrenza da marzo 2024 e al conseguente pagamento degli arretrati.
Cosa rischia chi non aggiorna l’Isee
Senza aggiornamento dell’Isee l’Assegno unico continua a essere erogato ma si ha diritto all’importo minimo. Alla luce della rivalutazione degli importi, quindi, si avrà diritto a circa 57 euro per figlio (se minore), più a eventuali maggiorazioni.
Come visto sopra, però, se l’Isee viene poi aggiornato entro il 30 giugno l’importo verrà ricalcolato dal mese successivo ma ne saranno riconosciuti anche gli arretrati con decorrenza da marzo 2024.
Diversamente, ossia laddove il nuovo Isee risulti aggiornato dopo il 1° luglio, il ricalcolo verrà effettuato a partire dal mese in cui è stata presentata la Dsu.
Cosa comunicare all’Inps
L’Isee aggiornato non va comunicato all’Inps in quanto l’Istituto lo acquisisce automaticamente dai suoi sistemi. E come visto sopra non serve neppure presentare nuovamente domanda tra un periodo di percezione e un altro in quanto si rinnova automaticamente.
Tuttavia, è ancora obbligo del percettore di Assegno unico comunicare all’Inps le seguenti variazioni:
- nascita di un nuovo figlio;
- cambiamento relativo allo stato di disabilità del figlio (ad esempio per aggravamento);
- variazione dello status di studente per figli di età compresa tra i 18 e i 21 anni;
- separazione dei coniugi;
- nuova ripartizione dell’assegno tra i genitori;
- variazione delle modalità di pagamento.
In presenza di una delle seguenti circostanze il beneficiario dovrà quindi modificare la domanda già presentata, segnalando la variazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA