Aumenti Assegno unico pagati ogni mese, quali sono le maggiorazioni che aumentano la quota base e come farne richiesta.
L’importo dell’Assegno unico universale per figli a carico è composto da una quota fissa e dalle maggiorazioni, alcune delle quali vengono riconosciute in automatico al momento della domanda mentre per altre va fatta richiesta.
Quando si parla di “aumenti” dell’Assegno unico si fa solitamente riferimento alle maggiorazioni applicate sulla quota base riconosciute a coloro che ne soddisfano i requisiti e solo per il tempo in cui questi persistono. Così come una maggiorazione può essere riconosciuta in una fase successiva alla liquidazione dell’Assegno unico, un’altra potrebbe smettere di essere applicata dopo un certo periodo.
Ecco perché l’importo dell’Assegno unico universale per figli a carico non è sempre lo stesso, con possibili variazioni ogni mese.
A tal proposito, vediamo quali sono tutti gli aumenti oggi previsti sull’Assegno unico, quali sono gli importi e come fare per chiedere la maggiorazione.
Aumento Assegno unico per figli di età inferiore a 1 o 3 anni
La legge di Bilancio 2023 ha introdotto in via strutturale una maggiorazione dell’Assegno unico che si applica in automatico sulla quota base - al netto di altri aumenti - riconosciuta per il figlio minore di 1 anno, oppure 3 anni nel caso di famiglie con almeno 3 figli a carico e un Isee che non supera i 40.000 euro.
Nel dettaglio, in questo caso spetta un 50% in più di Assegno unico. Considerando quindi un valore base massimo di 199,40 euro, l’importo può salire fino a 299,10 euro al mese.
Il pagamento di questa maggiorazione è automatico, sulla base dei dati Isee. Ciò significa che:
- quando l’Assegno unico viene richiesto per un figlio minore di 1 anno spetta in automatico la maggiorazione, come pure sempre automaticamente cesserà di essere pagata una volta scaduto il termine;
- se dall’Isee risultano essere presenti nel nucleo 3 o più figli, la maggiorazione viene applicata anche su eventuali altri minori di 3 anni.
L’unico passaggio obbligatorio, quindi, è la presentazione del nuovo Isee che ricordiamo deve avvenire entro 120 giorni dalla nuova nascita.
Aumento Assegno unico per figli successivi al secondo
Viene sempre riconosciuta in automatico sulla base delle informazioni contenute nell’Isee, la maggiorazione per figli successivi al secondo, il cui importo è legato all’Isee.
Secondo i dati contenuti nella tabella 2024, questa maggiorazione oscilla tra i 96,90 (per chi ha un Isee fino a 17.090,61 euro) e i 17,10 euro (con Isee superiore a 45.574,96 euro). Si applica per ogni figlio successivo al secondo, ma come visto sopra non è considerata ai fini del calcolo della maggiorazione del 50%.
Viene riconosciuta in automatico alla nascita del terzo figlio, una volta aggiornato l’Isee.
Aumento Assegno unico per figli successivi al terzo
Per le famiglie con almeno 4 figli a carico è prevista invece una maggiorazione forfettaria, riconosciuta quindi sul totale e non singolarmente, del valore di 150 euro al mese, non dipendente dall’Isee.
Anche in questo caso il pagamento è automatico nel momento in cui dall’Isee aggiornato risulteranno i 4 figli a carico.
In alternativa per la richiesta delle maggiorazioni per le famiglie numerose bisognerà accedere alla domanda, andare su “consulta e gestisci le domande già presentate” e successivamente su “maggiorazioni figli numerosi”, dove dovete indicare i codici fiscali dei figli che fanno scattare l’aumento.
Aumento Assegno unico se la madre è under 21
Altra maggiorazione pagata in automatico sulla base dei dati presenti nella Dsu ai fini Isee aggiornata all’anno corrente è quella spettante per le madri che hanno meno di 21 anni.
L’importo non dipende dall’Isee e viene applicato sulla quota base di ogni figlio. Nel 2024 ha un valore di 22,80 euro, e cessa di essere riconosciuta in automatico quando la madre compie i 21 anni di età.
Aumento Assegno unico se i genitori sono entrambi percettori di reddito
Discorso differente per la maggiorazione spettante quando entrambi i genitori sono percettori di reddito. In tal caso, infatti, sulla quota riconosciuta per ogni figlio viene applicata una maggiorazione di importo massimo pari a 34,10 euro per ciascun figlio, che scende fino ad arrivare a zero con Isee di 45.574,96 euro.
Il pagamento di questa maggiorazione non è infatti automatico, poiché è il richiedente della prestazione a dover indicare al momento della domanda che entrambi i genitori sono possessori di reddito barrando l’apposito riquadro (“Dichiaro di avere diritto alla maggiorazione come da art.4 comma 8 del D.Lgs n° 230/2021”).
Laddove invece uno dei genitori dovesse risultare possessore di reddito successivamente, bisognerà modificare la domanda, accedendo all’apposita area presente sul sito Inps e cliccando su modifica. Si aprirà così di nuovo la schermata della domanda, dove si potrà barrare l’apposito riquadro.
La stessa procedura andrà seguita nel caso contrario, ossia laddove uno dei genitori cessi di percepire il reddito e per questo motivo chiede di interrompere il pagamento della maggiorazione.
Aumenti Assegno unico per figli con disabilità
Spettano, sulla base delle indicazioni presenti nell’attestazione Isee, delle maggiorazioni anche per figli disabili. Anche in questo caso però il pagamento non è automatico: nel momento in cui si compila la domanda va infatti dichiarata la disabilità del figlio, specificandone la gravità.
Non basta quindi che la disabilità risulti accertata nell’Isee per avere diritto alla maggiorazione, in quanto deve essere anche indicato nella domanda (o in via originaria oppure modificandola laddove la disabilità risulti accertata in un secondo momento).
Nel dettaglio, per i figli con disabilità spetta una maggiorazione pari a:
- 119,60 euro figli minori non autosufficienti;
- 108,20 euro figli minori con grave disabilità;
- 96,90 euro figli minori con disabilità media;
- 91,20 euro figli disabili tra i 18 e i 20 anni.
Le maggiorazioni non vengono più riconosciute ai figli disabili con più di 21 anni, ai quali invece spetta un importo base che va da 96,90 a 28,50 euro al mese, senza altre maggiorazioni.
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