La legge delega sulla riforma fiscale slitta a settembre: quando ci saranno gli aumenti in busta paga e pagheremo meno tasse?
Continua il lavoro del Fisco sulla riforma, con i due obiettivi principali: far arrivare gli aumenti in busta paga e far pagare meno tasse.
La legge delega del Parlamento sulla riforma fiscale era attesa per fine luglio, ma in questo particolare momento ci sono altre priorità, e quindi per vedere dei cambiamenti concreti bisognerà aspettare ancora qualche mese.
Il primo step, infatti, è la legge delega, ma poi servono i decreti attuativi delle singole misure.
Aumenti in busta paga, il Fisco ci lavora: quando pagheremo meno tasse?
Sono anni che gli italiani aspettano una riforma del Fisco che consenta loro di avere una busta paga più pesante e allo stesso tempo pagare meno tasse.
Ogni Governo, in effetti, prova a cimentarsi nella riforma del sistema tributario, ma gli scogli sono tanti e per districarsi nel complicato mondo fatto di leggi, regolamenti, direttive ci vogliono sia tempo che risorse economiche.
Il Governo Draghi è quello che potrebbe riuscirsi, anche se i tempi si stanno allungando. La sottosegretaria all’Economia Maria Cecilia Guerra ha dichiarato a Radio Anch’io che la legge delega slitterà di “una settimana, dieci giorni”, ma comunque ci sarà.
Naturalmente la presentazione della legge delega è solo il primo passaggio: poi servono tutti i decreti attuativi, per i quali ci vuole più tempo. Tuttavia, sottolinea la sottosegretaria MEF Guerra, i tempi sono in linea con quanto stabilito dal Recovery Plan. Se ne parlerà, insomma, da settembre in poi.
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La riforma del Fisco si farà, ma è necessario trovare le risorse per finanziarla. Secondo Maria Cecilia Guerra, che ha ripreso le parole del ministro MEF Franco:
“dobbiamo cercare di fare una riforma anche riequilibri il carico, recuperi evasione ma che ovviamente non potrà ridurre per tutti le imposte perché non abbiamo le condizioni di bilancio”
Tra le misure pensate per recuperare il gettito c’è quella di far pagare più tasse a chi evade l’IVA: ogni anno si perdono 35 miliardi. Già con una misura del genere si potrebbe recuperare abbastanza per rimodulare le aliquote Irpef, e distribuire meglio il peso delle tasse sul ceto medio-basso.
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