Azioni Poste Italiane, il piano industriale non convince. Cosa succederà al titolo?

Claudia Cervi

21 Marzo 2024 - 09:32

Peggior seduta dallo scorso ottobre per Poste Italiane. Perché il piano ha deluso gli analisti? Ecco cosa aspettarsi sul titolo.

Azioni Poste Italiane, il piano industriale non convince. Cosa succederà al titolo?

Azioni Poste Italiane, il piano industriale non convince e il titolo crolla a Piazza Affari. Il prezzo è sceso ieri fino ad area 11,40 (-3,86%) dopo una lunga serie di sedute positive. Cosa sta succedendo?

La pubblicazione del nuovo piano industriale di Poste Italiane ha catalizzato l’attenzione all’interno della comunità finanziaria. Tuttavia, le reazioni non sono state unanimi, con alcuni analisti che esprimono dubbi sul suo impatto sul valore delle azioni della società.

Il CEO di Poste Italiane, Matteo Del Fante, ha sottolineato la natura conservativa del piano, affermando che la società ha costantemente superato le proprie aspettative negli ultimi sette anni. Questa reticenza nell’assicurare risultati superiori potrebbe aver deluso gli investitori in cerca di prospettive più ambiziose.

Il piano industriale pone un’enfasi significativa sulla trasformazione logistica e l’evoluzione del modello di servizio commerciale. Poste Italiane mira a massimizzare il valore della sua piattaforma, offrendo soluzioni digitali e trasformando gli uffici postali in luoghi relazionali. Inoltre, la società prevede di diventare un operatore logistico end-to-end, con investimenti mirati e partnership nel settore immobiliare.

Tuttavia, nonostante le ambiziose prospettive di crescita, alcuni investitori rimangono scettici riguardo alla capacità di Poste Italiane di attuare efficacemente questo piano. La razionalizzazione dei costi viene vista come un punto critico, con l’attenzione rivolta alla necessità di mantenere un equilibrio tra efficienza operativa e mantenimento della qualità del servizio.

Le proiezioni finanziarie del piano sono ambiziose, con previsioni di crescita dei ricavi, dell’EBIT e dell’utile netto rispettivamente a 13,5 miliardi, 3,2 miliardi e 2,3 miliardi nel 2028. Tuttavia, la realizzazione di queste previsioni dipenderà dall’efficacia dell’attuazione del piano e dalle dinamiche del mercato.

Infine, la nuova politica dei dividendi ha attirato l’attenzione degli investitori, con l’indicazione di un aumento graduale delle distribuzioni nel tempo, passando da 0,8 euro per azioni proposto in relazione al bilancio 2023 ad almeno 1 euro a partire dal 2026. Questo potrebbe rappresentare un fattore positivo per gli investitori orientati al reddito, ma l’attuazione della politica dei dividendi dipenderà dall’andamento finanziario e operativo di Poste Italiane nei prossimi anni.

Poste Italiane: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit

Dopo aver avvicinato i massimi di febbraio 2022, a circa 12 euro, Poste Italiane ha innestato la retromarcia, scendendo bruscamente in direzione dei primi supporti a 11,20 euro. La flessione, utile per stemperare l’eccesso evidenziato dai principali oscillatori di momentum, non modifica la struttura rialzista di fondo e potrebbe offrire nuove occasioni per intervenire sulla debolezza, per esempio in area 10,80 ed eventualmente più in basso a 10,50 circa. Al rialzo, la rottura di area 12 porterebbe al test dei record del 2021 a 12,75 circa.

Grafico giornaliero azioni Poste Italiane Grafico giornaliero azioni Poste Italiane Fonte Baha

Per operare long su Poste Italiane potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HD0WXZ0. Il certificato ha come sottostante Poste Italiane e presenta una barriera distante attualmente il 15,42%.

Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HD3LGT5, avente una barriera distante il 12,94% come sottostante Poste Italiane.

Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.

I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.

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