Bitcoin: cosa c’è dietro il crollo che fa tremare l’ecosistema crypto

Claudia Cervi

11/05/2022

I fan delle criptovalute non sembrano reggere bene i periodi di turbolenza e preferiscono uscire dal mercato. Ecco cosa c’è dietro al crollo di Bitcoin delle ultime ore.

Bitcoin: cosa c’è dietro il crollo che fa tremare l’ecosistema crypto

Per molti Bitcoin sarebbe dovuto essere una buona copertura contro l’inflazione grazie alla sua caratteristica di scarsità. Sarebbe dovuto essere un rifugio sicuro in tempi di crisi economiche e geopolitiche perché non controllato da autorità centralizzate e governative.

Invece si è dimostrato un asset fortemente speculativo, non idoneo all’attuale contesto economico-monetario e fortemente correlato ad altri mercati altamente rischiosi come i titoli tecnologici del Nasdaq. Ma la correlazione a 30 giorni tra Bitcoin e Nasdaq 100, sui massimi storici a 0,80, non è l’unica ragione che ha fatto precipitare il valore di BTC.

Perchè Bitcoin è crollato

Gli asset speculativi come Bitcoin, le criptovalute e i titoli tecnologici sono penalizzati dall’inasprimento della politica monetaria messa in atto dalla FED per contrastare l’inflazione fuori controllo.

Ma a contribuire al sell-off su Bitcoin ci sono anche le mani deboli, gli investitori che mancano di convinzione nelle loro strategie o non hanno le risorse per metterle in atto. Sono gli investitori entrati nel periodo del Covid-19 quando il prezzo medio di carico era intorno ai 47.500 dollari: l’indice MVRV (market value to realized value) suggerisce che i possessori di breve termine sono in perdita. Gli investitori che hanno comprato Bitcoin nel 2021 sono in perdita e potrebbero avere fretta di liquidare la posizione. Allo stesso modo stanno facendo coloro che hanno investito in altre criptovalute.

Bitcoin e TerraLuna legate a doppio filo

La perdita di fiducia nella capacità di Bitcoin di essere una riserva di valore ha scatenato una fuga di investitori da Anchor Protocol, il principale collettore di liquidità dell’ecosistema crypto di Terra Luna: mentre scriviamo $UST sta perdendo oltre l’85%. Ma andiamo con ordine.

  • Terra Luna è una rete blockchain che mette a disposizione un sistema di pagamenti veloci, investimenti, accantonamento di risparmi e stablecoin algoritmiche di valute Fiat: la principale è $UST. Oltre alle stablecoin un altro pilastro dell’ecosistema di Terra è Luna, la criptovaluta nativa utilizzata per stabilizzare il prezzo degli stablecoin del protocollo.
  • $UST è una stablecoin ancorata al valore del dollaro USA in un rapporto di parità tramite un sistema di arbitraggio ma con una strategia di collaterale basata su Bitcoin (a differenza di Tether che ha riserve garantite in dollari USA).
  • Anchor Protocol è una piattaforma di finanza decentralizzata (DeFi) che offre un servizio di lending con rendimenti elevati sui depositi di stablecoin della blockchain Terra.

Lo scostamento tra il valore di $UST a quello del dollaro, in gergo tecnico depeg, ha costretto Luna Foundation Guard a schierare quasi 30.000 Bitcoin per difendere l’ancoraggio e riportare il valore su un rapporto 1:1. Questo ha messo sotto pressione i prezzi di Bitcoin che nella giornata di lunedì 9 maggio ha perso oltre l’11% del suo valore. La sopravvivenza di $UST dipende però proprio dal valore di Bitcoin: questa la ragione per cui tutti gli operatori guardano con preoccupazione alla violazione dei 30.000 dollari.

Le previsioni per Bitcoin

Dopo il terremoto di inizio settimana, Bitcoin non sembra più condizionato dall’andamento di $UST. Dai record dello scorso novembre a quasi 69.000 dollari, il valore della criptovaluta più famosa al mondo si è più che dimezzato.

Secondo Jeffrey Halley, analista di Oanda, il prezzo di BTC potrebbe raggiungere quota 17.000 dollari in base ai modelli tecnici. Le speranze di ripresa sono affidate al recupero dei 37.000 dollari, secondo l’analista.

Cathie Wood, fondatrice della società di gestione di investimenti Ark Invesment Management LLC, ritiene invece che il bear market sia finito per le criptovalute: «Sappiamo che siamo all’interno di un bear market e probabilmente vicini alla fine dello stesso quando vediamo che tutti gli asset si comportano in modo simile e quando vediamo la capitolazione di un mercato dopo l’altro».

C’è poi chi sfrutta il momento di debacle per fare incetta di nuovi token: il presidente di El Salvador rinnova la scommessa e acquista altri 500 Bitcoin che portano a 2.301 le riserve totali del Paese, cn un controvalore di 72 milioni di dollari a fronte di un investimento totale fatto di 103 milioni. Bukele segue dunque la filosofia del «buy the dip». Ai posteri l’ardua sentenza.

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