Il prezzo del padre delle crypto non sembra seguire l’andamento dell’oro, che è considerato in questa difficile situazione geopolitica un valido bene rifugio contro possibili turbolenze finanziarie.
Il prezzo del Bitcoin, nonostante l’aspettativa comune fosse quella di un sensibile apprezzamento, a seguito della nascita delle nuove complessità in Medio Oriente, ha registrato due sessioni negative, durante le quali il prezzo è passato rapidamente da $28.000, dopo un netto apprezzamento nei giorni precedenti, a $26.000, registrando in poco tempo una perdita di circa il 6%.
In pochi, specialmente i piccoli investitori al dettaglio, si sarebbero aspettati una reazione come questa sulla quotazione del Bitcoin, specie in riferimento ai numerosi parallelismi fatti in passato con il bene rifugio per eccellenza, l’oro.
Di fronte a queste enormi incertezze, ha davvero senso scommettere su un apprezzamento del Bitcoin?
L’impatto sul Bitcoin dal conflitto in Medio Oriente
Sono state giornate molto difficili, e in borsa si è percepito un certo clima di tensione, specialmente sugli asset considerati più legati a questa spiacevole situazione. Tra gli asset maggiormente cresciuto in seguito al conflitto vi è l’oro, considerato oggettivamente il bene rifugio per eccellenza.
Non sono chiare le conseguenze e le evoluzioni derivanti da questo conflitto, né tantomeno come queste verranno affrontate dal pubblico degli investitori. Questa incertezza ha provocato un notevole afflusso di capitali verso l’oro, causandone l’apprezzamento, parallelamente a un deprezzamento del dollaro. Questo, insieme a una inusuale stabilizzazione dei mercati azionari delle economie sviluppate, in particolare negli Stati Uniti, con riferimento all’indice S&P 500. È quindi sorprendente notare che, di fronte a questa evidenza, il prezzo del Bitcoin abbia altresì subito un deprezzamento rispetto al dollaro. L’anomalia risiede nel fatto che storicamente il Bitcoin ha mantenuto una certa correlazione diretta con l’andamento dell’oro e con i mercati azionari statunitensi, in particolare nel settore tecnologico, e una correlazione inversa con il dollaro, considerato da molti il punto di riferimento nel mondo delle valute tradizionali per il padre delle criptovalute.
Quindi, nel 2023, sembra ancora una volta affievolirsi la connessione tra finanza decentralizzata e finanza tradizionale, che invece ha caratterizzato il prezzo delle criptovalute negli anni precedenti. Allo stesso modo, il Bitcoin non è stato considerato un valido bene rifugio dal mercato in questa nuova situazione di conflitto, e gli investitori hanno scelto di liquidare le proprie posizioni, ritenendolo ancora più rischioso in concomitanza di questi eventi.
BTC/USD: uno sguardo diretto al grafico
L’insensatezza fondamentale potrebbe trovare ragione magari da un punto di vista tecnico. Il prezzo di BTC è tornato a scendere dopo aver insistito per qualche sessione sul numerario dei $28.000, soglia che è stata respinta dal prezzo in più occasioni, quindi probabilmente un punto di particolare interesse per chi aveva intenzione di liquidare un po della propria posizione. Questa evidenza va avanti ormai da agosto 2023.
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