Dopo i recenti crolli causati principalmente dalle vendite massicce del governo tedesco e dalla liquidazione dell’exchange Mt. Gox, ha senso aspettarsi ulteriori ribassi?
Il mercato delle criptovalute si trova attualmente in una fase di forte tensione, con notizie che alimentano le preoccupazioni degli investitori.
Due sviluppi significativi hanno contribuito a creare un clima di incertezza: le vendite di Bitcoin da parte del governo tedesco e l’inizio della distribuzione dei 142.000 BTC detenuti da Mt. Gox ai suoi creditori.
Ha senso aspettarsi nuovi crolli sul mercato criptovalutario e sul Bitcoin in particolare?
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L’impatto del governo tedesco sul Bitcoin
Il governo tedesco ha recentemente aumentato in modo significativo le sue attività di vendita di Bitcoin, influenzando notevolmente il mercato globale delle criptovalute. Dal 19 giugno 2024, la Germania ha liquidato più di 7.583 Bitcoin, con un valore approssimativo di $434,9 milioni.
L’ultima transazione, avvenuta il 4 luglio, ha visto il trasferimento di 3.000 BTC su piattaforme di scambio come Coinbase, Kraken e Bitstamp. Attualmente, la Germania conserva ancora 42.274 Bitcoin, per un valore stimato di $2,4 miliardi.
Queste vendite fanno parte di una strategia per liquidare le criptovalute confiscate in operazioni contro attività illegali, come nel caso del sito di pirateria Movie2k.to.
Tuttavia, la rapidità con cui questi asset vengono venduti ha sollevato critiche. Joana Cotar, parlamentare tedesca e sostenitrice di Bitcoin, ha esortato il governo a sospendere queste vendite, suggerendo invece di utilizzare Bitcoin come riserva strategica per diversificare gli asset nazionali e proteggersi dalla svalutazione monetaria. Nonostante queste raccomandazioni, il governo sembra deciso a proseguire con le sue operazioni, contribuendo alla continua incertezza nel mercato delle criptovalute.
Il peso della liquidazione di Mt. Gox sul mercato decentralizzato
In parallelo alle vendite di Bitcoin da parte del governo tedesco, l’exchange ormai defunto Mt. Gox ha avviato la distribuzione dei 142.000 BTC che deteneva ai suoi creditori. Questa operazione, che riguarda circa $2,7 miliardi in Bitcoin, è vista da molti come uno dei fattori principali dietro il recente drastico calo dei prezzi a cui gli investitori hanno assistito nelle ultime sessioni.
Indicatori di mercato contraddittori
Il sentiment del mercato riflette attualmente un forte stato di paura. Il Fear & Greed Index è sceso sotto i 50, attestandosi vicino a 40, segnalando un territorio di «paura». Anche la capitalizzazione di mercato di Bitcoin ha subito un calo significativo, mentre i volumi di scambio sono in aumento.
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Un altro indicatore chiave, l’Indice di Forza Relativa (RSI), si trova nella fascia bassa. Un RSI basso indica che Bitcoin potrebbe essere ipervenduto, stimolando così la domanda e potenzialmente incrementando gli acquisti. Tuttavia, l’aumento dell’open interest su posizioni put e la crescente volatilità nei derivati indicano che molti investitori stanno assumendo posizioni ribassiste, e questo alimenta l’idea che su Bitcoin possano esserci in questo momento più posizioni ribassiste che rialziste.
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