Bonus 110%: il cappotto termico è vincolante?

Rosaria Imparato

9 Settembre 2021 - 17:46

Il cappotto termico è vincolante per ottenere il superbonus 110? Facciamo una panoramica degli interventi che danno accesso all’agevolazione fiscale.

Bonus 110%: il cappotto termico è vincolante?

Superbonus 110%: il cappotto termico è vincolante per poter accedere all’agevolazione? Il pacchetto dei lavori in casa è costituito da numerose agevolazioni fiscali, per esempio per la ristrutturazione, ma anche per il miglioramento della classe energetica. Per gli interventi di riqualificazione energetica, così come per quelli di riduzione del rischio sismico, dal 2020 è possibile usufruire di una versione potenziata di eco e sismabonus, il cosiddetto superbonus 110%.

L’aliquota del superbonus, al 110%, è particolarmente conveniente, così come le modalità per usufruirne (non solo detrazione in dichiarazione dei redditi, ma anche sconto in fattura e cessione del credito a terzi).

Vista la particolare convenienza del superbonus 110%, però, sono stati introdotti dei requisiti vincolanti per poter accedere all’agevolazione: vediamo quali sono.

Bonus 110%: il cappotto termico è vincolante?

L’elemento vincolante per accedere al superbonus 110% è il miglioramento, tramite i lavori, di almeno due classi energetiche, o il raggiungimento della classe energetica più alta.

Tale miglioramento della propria situazione energetica va dimostrato con l’APE, Attestato di Prestazione Energetica, rilasciato da un tecnico abilitato.

Questo è il primo requisito. Il secondo elemento fondamentale per avere accesso al superbonus 110% è effettuare uno dei lavori trainanti, ovvero:

  • il cappotto termico, che deve interessare più del 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio, o dell’unità immobiliare situata all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno;
  • interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria, a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A, a pompa di calore, ivi compresi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici con impianti di microcogenerazione o a collettori solari, nonché, esclusivamente per i comuni montani l’allaccio a sistemi di teleriscaldamento efficiente.

Il cappotto termico quindi non è l’unico intervento trainante che dà accesso al superbonus: si può optare anche la sostituzione degli impianti di climatizzazione.

Superbonus 110%: i lavori trainati e le piccole riparazioni

I lavori trainanti sono quindi quelli che “sbloccano” il 110%, ma non sono gli unici. Questi interventi sono cosiddetti “trainanti” perché uno solo di questi basta a portare al 110% lo sgravio in cui possono entrare altri lavori, detti “trainati”, come:

  • il montaggio di pannelli solari;
  • il montaggio di accumulatori di energia collegati ai pannelli solari;
  • gli interventi previsti dal vecchio ecobonus;
  • la realizzazione delle colonnine per caricare le batterie delle auto elettriche.

Oltre questi lavori, è possibile usufruire del superbonus anche per “piccoli lavori” di riparazione per ridurre il rischio sismico, soprattutto per quel che riguarda contesti come i centri storici.
Rientrano quindi nel sismabonus del 110% anche i seguenti lavori:

  • interventi sulle coperture, e più in generale sugli orizzontamenti, o su loro porzioni finalizzati all’aumento della capacità portante, alla riduzione dei pesi, alla eliminazione delle spinte applicate alle strutture verticali, al miglioramento dell’azione di ritegno delle murature, alla riparazione-integrazione-sostituzione di elementi della copertura, ecc.;
  • interventi di riparazione e ripristino della resistenza originaria di elementi strutturali in muratura e/o calcestruzzo armato e/o acciaio, ammalorati per forme di degrado provenienti da vari fattori (esposizione, umidità, invecchiamenti, disgregazione dei componenti ecc.);
  • interventi volti a ridurre la possibilità di innesco di meccanismi locali, quali, ad esempio, l’inserimento di catene e tiranti contro il ribaltamento delle pareti negli edifici in muratura, il rafforzamento dei nodi trave-colonna negli edifici in c.a. contro la loro rottura prematura, prima dello sviluppo di meccanismi duttili nelle travi, la cerchiatura, con qualunque tecnologia, di travi e colonne o loro porzioni, volta a migliorarne la duttilità, il collegamento degli elementi di tamponatura alla struttura di c.a. contro il loro ribaltamento, il rafforzamento di elementi non strutturali pesanti, come camini, parapetti, controsoffitti, etc., o dei loro vincoli e ancoraggi alla struttura principale.

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