Bonus Tari 2021, sconto sulla tassa rifiuti ancora in attesa di regolamentazione: ad introdurlo è stato il decreto Fiscale n. 124/2019, ma ad oggi l’agevolazione resta bloccata. Si attende un apposito decreto, in evidente ritardo.
Bonus Tari 2021, lo sconto sulla tassa rifiuti resta per il momento solo su carta.
Introdotto dalla legge di conversione del decreto Fiscale n. 124/2019, la n. 157/2019, l’iter attuativo si è inceppato.
Forse a causa della proliferazione normativa del 2020, o degli intoppi in materia di privacy che hanno stoppato l’avvio del nuovo bonus sociale, quel che è certo è che per gli sconti sulla Tari nel 2021 bisogna ancora attendere.
Se per il 2020 l’ARERA ha affidato ai comuni il compito di deliberare specifiche agevolazioni per le famiglie a basso reddito, tenuto conto anche dell’emergenza economica causata dal Covid-19, non vi sono novità ad oggi per il 2021.
Bonus Tari 2021, che fine ha fatto lo sconto sulla tassa rifiuti?
È stata la legge di conversione del decreto Fiscale n. 124/2019, entrata in vigore il 25 dicembre 2019, ad introdurre un bonus Tari, agevolazione collegata ai bonus sociali sulle bollette riconosciute dall’ARERA.
Lo sconto sulla tassa rifiuti viene riconosciuto, ad oggi solo su carta, agli utenti in particolari situazioni di disagio economico. I requisiti per l’accesso sono gli stessi previsti per i bonus sociali sulle bollette della luce, del gas e dell’acqua.
Per la fase attuativa, l’articolo 57-bis del decreto fiscale collegato alla Manovra 2020 chiama quindi in campo l’ARERA. In particolare, all’Autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente è affidato il compito di definire le modalità attuative di erogazione del bonus sulla Tari.
Prima però, con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministero del Lavoro, di concerto con il Ministero dell’Ambiente e con il MEF, bisogna definire principi e criteri di attribuzione dell’agevolazione sulla tassa rifiuti, “tenuto conto del principio del recupero dei costi efficienti di esercizio e di investimento”.
Ed è qui che tutto si è bloccato, con un ritardo che neppure l’emergenza pandemica può giustificare. Il decreto preliminare, che chiama in campo ben tre ministeri, oltre che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, doveva essere adottato entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge n. 157/2019.
Calendario alla mano, partendo dalla data del 25 dicembre 2019, la scadenza per l’adozione del decreto era fissata al 23 aprile 2020.
Ed ecco quindi svelato che fine ha fatto il bonus Tari: come evidenziato anche dal Presidente dell’ARERA Stefano Besseghini, nella Relazione Annuale presentata in Parlamento il 17 settembre 2020, questo passaggio non c’è ancora stato.
Non solo bonus Tari: la privacy blocca il bonus automatico sulle bollette luce e gas 2021
Non è solo il bonus Tari ad essere rimasto nel “limbo dell’incertezza”. A fargli compagnia c’è anche il bonus sociale sulle bollette luce e gas, o meglio l’automatismo che sarebbe dovuto partire dal 1° gennaio 2021.
L’obiettivo è superare la fase di richiesta da parte del contribuente, facendo sì che sia direttamente l’ARERA ad attribuire il bonus in bolletta a chi rispetta i requisiti previsti:
- valore ISEE non superiore a 8.265 euro;
- almeno 4 figli a carico (famiglia numerosa) e valore ISEE non superiore a 20.000 euro;
- titolare di reddito di cittadinanza o pensione di cittadinanza, senza dover presentare il modello ISEE.
Per l’attribuzione degli sconti sulle utente di gas, luce e acqua, l’Autorità dovrebbe attingere alle informazioni disponibili nelle banche dati dell’INPS, ed in particolare quelle relative all’ISEE.
Un passaggio che bisogna gestire con cautela, e che ha portato allo stop del nuovo bonus sociale da parte del Garante della Privacy, che con il parere del 17 dicembre 2020 ha evidenziato numerose criticità.
A titolo di esempio, è necessario fornire agli utenti che presentano la DSU un’informativa adeguata sulle modalità di trattamento dei dati dichiarati e che vengano adottate misure tecniche ed organizzative adeguate a garantire elevati livelli di sicurezza, tenuto conto della particolare rilevanza dei dati trasmetti dall’INPS.
Ed è in questa serie infinita di passaggi (eccessivamente lenti seppur fondamentali) che si inceppa la macchina dei bonus, lasciando i contribuenti più bisognosi di sostegni concreti in attesa. Semplificazione normativa cercasi.
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