Biciclette elettriche comprese negli acquisti agevolati in favore delle persone con disabilità (o per i loro familiari). Ecco quanto si può recuperare dell’importo speso e come fare.
Nel 2024 esiste ancora un bonus per l’acquisto di biciclette elettriche a pedalata assistita, nonostante non negli stessi termini del contributo che era stato introdotto nel periodo della pandemia e che si applicava anche in favore dei monopattini.
Intanto va detto che ci sono Regioni che sulla falsariga di quella misura hanno introdotto un loro bonus biciclette, ovviamente riservato ai soli residenti e con requisiti e importi che cambiano tra i singoli bandi.
A questi si aggiunge l’agevolazione riconosciuta per l’acquisto dei mezzi di locomozione per le persone con disabilità, invalidi civili compresi, o per i loro familiari. Come spiegato dall’Agenzia delle Entrate, infatti, tra le spese agevolabili c’è anche la bicicletta elettrica a pedalata assistita nonostante non sia ricompresa tra gli ausili tecnici a mobilità personale individuati dal nomenclatore tariffario delle protesi.
Ed è proprio su questa agevolazione che ci concentreremo di seguito, facendo chiarezza su quanto si risparmia nonché su qual è la documentazione necessaria per fruire del bonus per bicicletta elettrica anche nel 2024.
Cosa spetta
Le biciclette elettriche a pedalata assistita quindi sono riconosciute come mezzi di supporto per le persone con disabilità riconosciuta ai sensi della legge n. 104 del 1992 e come tali beneficiano della detrazione Irpef del 19% (senza alcuna franchigia).
Tale agevolazione si applica per i mezzi necessari all’accompagnamento, alla deambulazione e alla locomozione delle persone con disabilità - anche quando effettuate all’estero da persone fiscalmente residenti in Italia - categoria in cui va compresa, come esplicitamente confermato dall’Agenzia delle Entrate, la bicicletta elettrica con pedalata assistita.
La misura dello sconto dipende dal prezzo sostenuto per l’acquisto della bicicletta elettrica, per il quale non ci sono limiti di spesa. Se quindi sono stati spesi 1.000 euro se ne recuperano 190 euro in sede di dichiarazione dei redditi, mentre se la spesa sostenuta è stata di 1.500 euro il rimborso sarà di 285 euro.
Ovviamente per beneficiare della detrazione per intero è necessario avere sufficiente capienza Irpef, come tra l’altro vale per qualsiasi altra agevolazione di questo tipo.
Chi ne può beneficiare
Può beneficiare dell’agevolazione la persona con disabilità a patto che dal verbale della Commissione medica pubblica competente o dalla certificazione rilasciata dal medico specialista dell’Asl ne risulti il collegamento funzionale tra la bicicletta con motore elettrico ausiliario e la menomazione.
In presenza di tale condizione, l’agevolazione si applica tanto quando è il disabile a sostenere il pagamento quanto un familiare, a condizione che la persona con disabilità sia fiscalmente a suo carico.
Va precisato che ai fini dell’accesso al bonus in oggetto sono considerati disabili non solo coloro a cui tale condizione è stata riconosciuta dall’attestazione rilasciata dalla Commissione istituita ai sensi dell’articolo 4 della legge n. 104 del 1992, ma anche chi è stato ritenuto invalido da altre commissioni mediche. Ad esempio, spetta anche agli invalidi civili.
Quali documenti servono per beneficiarne
Come anticipato, dell’agevolazione che riconosce un bonus per l’acquisto di una bicicletta elettrica a pedalata assistita se ne usufruisce in sede di dichiarazione dei redditi, a patto però di avere con sé la documentazione necessaria a giustificare il diritto alla detrazione.
Come prima cosa la documentazione che attesta il collegamento funzionale tra la necessità dell’acquisto e la menomazione, dopodiché è necessario che l’onere sia stato sostenuto con versamento bancario o postale, o comunque mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.
È quindi necessario conservare il documento fiscale (la fattura, la ricevuta o la quietanza di pagamento) rilasciato da chi ha venduto il bene, in quanto questo potrebbe essere richiesto successivamente dall’Agenzia delle Entrate (che ha tempo 5 anni per effettuare un eventuale accertamento delle detrazioni indicate nella dichiarazione dei redditi).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti