A partire dal 1° luglio 2022 tutti i commercianti e professionisti dovranno dotarsi di pos: ecco come accedere al bonus sulle commissioni.
L’utilizzo del Pos nel 2022 permette l’accesso a più di un bonus, tra questi c’è anche quello riservato al recupero delle spese sulle commissioni.
Si tratta di un bonus in forma di credito di imposta disponibile da calcolare sulle commissioni dei pagamenti singoli o dell’abbonamento mensile che si paga per l’utilizzo del Pos, nato con lo scopo di incentivare l’utilizzo di questo metodo di pagamento.
In Italia infatti, rispetto ad altre nazioni europee, l’utilizzo del Pos è inferiore, ma questa Possibilità oltre a essere una comodità in più per i clienti, permette anche di avere informazioni più chiare e precise riguardo le transazioni e combattere meglio i casi di evasione fiscale.
Bonus Pos 2022: come recuperare le spese sulla commissione
A chi spetta il credito d’imposta del 100%
Il credito d’imposta per le transazioni effettuate tramite sistemi di pagamento elettronici è un bonus che spetta a tutti i lavoratori autonomi o imprenditori, a patto che:
- forniscano la possibilità di pagare attraverso Pos, essendo calcolato proprio sulle spese di commissione del Pos stesso;
- risultino nell’anno d’imposta precedente aver avuto compensi o ricavi inferiori a 400.000 euro.
Attualmente questo bonus equivale a un credito d’imposta pari al 100% delle spese, tuttavia rimarrà così solo poco ancora: infatti sarà possibile solo fino al 30 giugno 2022.
Una volta superata questa data e sarà obbligatorio per tutti essersi adeguati all’obbligo del Pos, il bonus andrà a diminuire tornando alla sua forma originale, ovvero il 30% delle spese sulle spese delle commissioni.
Come funziona il bonus Pos 2022
Essendo un credito d’imposta questo bonus può venire detratto dalle tasse. Se, per esempio, il commercialista dicesse che si devono pagare 5000 euro di tasse per la propria ditta individuale, e avessi 400 euro di credito d’imposta, quei 400 potrebbe essere sottratti grazie al bonus Pos.
Il calcolo per capire quanto si può ricevere è semplice: si tratta di vedere quanto si paga per le commissioni del Pos:
nel caso in cui si utilizzare un Pos ad abbonamento mensile, allora il calcolo andrebbe fatto sulla tassa mensile che si paga;
se invece si utilizza un Pos dove a ogni pagamento ricevuto viene sottratta una percentuale che viene incassata dal fornitore del servizio, il bonus verrà calcolato su questa.
Il termine “credito d’imPosta” infatti si riferisce a un credito che si può utilizzare nel momento in cui si vanno a pagare le imposte, ovvero le tasse.
Scadenze per il bonus Pos
Il bonus Pos sulle spese di commissione è del 100% solo ancora fino al 30 giugno 2022. Allo scadere di questa data, infatti, tornerà alla sua forma precedente, ovvero al 30%.
Non è la sola scadenza a cui bisogna fare attenzione. Per poter ricevere il credito è necessario comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro il 20 del mese successivo a quello di riferimento, determinati dati, ovvero:
- il numero delle operazioni di pagamento incassate,
- i costi pagati all’azienda fornitrice del servizio Pos.
Questo significa che ogni 30 giorni, quindi entro il 20 di ogni mese, sarà necessario compilare e inviare questa comunicazione.
La comunicazione deve essere fatta attraverso l’apposito software messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate e può essere anche fatta dal commercialista.
Gli altri bonus Pos
Il bonus Pos in questione non è l’unico attualmente disponibile. Infatti ne esistono altri due, ideati per alleggerire il costo dell’affitto o dell’acquisto di diverse tipologie di sistemi di pagamento elettronici, entrambi in forma di credito d’imPosta.
Il primo arriva fino a un massimo 320 euro e può coprire anche il 100% delle spese se nel corso 2022 si acquista, noleggia o utilizza sistemi evoluti di pagamento elettronico che consentono anche la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica, ed è così suddiviso:
- per i soggetti i cui ricavi sono inferiori ai 200.000 euro annui relativi al periodo d’imposta precedente, il bonus è del 100% della spesa;
- per coloro i cui ricavi, nel periodo d’imposta precedente, sono tra i 200.000 euro e 1 milione, il bonus diventa del 70%;
- infine, quando i ricavi sono stati tra 1 milione e 5 milioni nel periodo d’imposta precedente, allora sarà del 40%.
Il secondo bonus invece è un credito d’imPosta di massimo 160 euro che può arrivare a coprire al massimo il 70% della spesa se a 1° luglio 2021 fino al 30 giugno 2022 si va ad acquistare, noleggiare o utilizzare strumenti di pagamento elettronico collegati a registratori telematici. In questo caso rientrano nei costi anche spese per il convenzionamento e per il collegamento tecnico tra il Pos e registratore di cassa.
leggi anche
Fisco, arriva la stretta antievasione: scattano multe da 30 euro a transazione. Ecco per chi
La percentuale del rimborso in questo caso è:
- del 70% per i soggetti con ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente inferiori ai 200.000 euro;
- del 40% quando i ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente sono tra i 200.000 euro e 1 milione;
- e del 10% per quei soggetti che hanno avuto ricavi e compensi relativi al periodo d’imposta precedente tra 1 milione e i 5 milioni.
Codice tributo e come si compila l’F24
Nel momento in cui si utilizza il modello F24 per il pagamento delle tasse si può utilizzare il credito d’imposta maturato dal bonus, ma in che modo?
Nel modello dovranno figurare sia le tasse dovute, con uno specifico codice tributo, senza aver sottratto il credito d’imposta, sia il credito applicabile, che verrà segnalato provenire dal bonus sulle spese di commissione del Pos utilizzando il codice 6916.
Per indicare il tutto si andrà a compilare la sezione “Erario”, nel campo “ImPoste dirette - Iva ritenute alla fonte altri tributi e interessi”, inserendo in ogni riga le informazioni richieste, quindi il codice tributo per indicare l’IRPEF da pagare, l’anno di riferimento, e l’importo dei debiti da versare, che dovrà anche essere riportato nella casella A.
Dopo si inserirà, nello stesso campo, il codice tributo 6916, l’anno di riferimento, e il credito d’imposta maturato, questa volta nella sezione “importi a credito compensati”, che in questo caso verrà riportato nella casella B.
A questo punto, se non si ha altro da inserire, si può fare il calcolo andando a sottrarre l’importo della casella B (ovvero il credito d’imposta maturato attraverso il bonus identificato dal codice tributo 6916) all’importo presente nella casella A, andando così a compilare la casella “Saldo”, trovandosi di fronte alla cifra finale che si dovrà andare a pagare, dopo aver sottratto i vantaggi offerti dal bonus.
© RIPRODUZIONE RISERVATA