Bonus Renzi per chi guadagna più di 15 mila euro, quando spetta e come recuperarlo

Patrizia Del Pidio

22 Gennaio 2025 - 17:13

Per chi sceglie di non ricevere l’ex bonus Renzi in busta paga c’è il modo di recuperarlo. Ecco come fare e quando spetta il trattamento integrativo per redditi superiori a 15.000 euro.

Bonus Renzi per chi guadagna più di 15 mila euro, quando spetta e come recuperarlo

L’ex bonus Renzi spetta anche a chi guadagna più di 15.000, ma come si recupera? Il bonus da 100 euro in busta paga, dalla sua entrata in vigore, ha subito profondi cambiamenti e, da qualche anno, spetta sempre a chi ha redditi da lavoro dipendente tra 8.174 e 15.000 euro. La normativa, però, prevede che possa essere erogato anche a chi percepisce redditi tra 15.000 e 28.000 euro nel caso che le detrazioni spettanti siano superiori all’imposta dovuta.

Proprio per questo motivo, molti lavoratori che guadagnano più di 15.000 euro hanno bloccato il trattamento integrativo e non lo ricevono in busta paga ogni mese per non correre il rischio di doverlo restituire con il conguaglio del 730. Chi non ha ricevuto l’ex bonus Renzi nel corso del 2024 in busta paga, ma ha scoperto di averne diritto, cosa deve fare per recuperarlo?

In questo articolo andremo ad approfondire a chi spetta di diritto il trattamento integrativo laddove i redditi percepiti sono superiori ai 15.000 euro e come fare a recuperare quanto non percepito mensilmente in busta paga nel corso del 2024.

Trattamento integrativo per redditi superiori ai 15.000 euro

Quello che è certo è che nel 2024 l’ex Bonus Renzi è spettato di diritto e in misura piena (100 euro al mese) a tutti coloro che hanno avuto un reddito imponibile fino a 15.000 euro (a patto di avere guadagni superiori a 8.174 euro l’anno). Per redditi superiori, ma entro i 28.000 euro spettava solo a condizione che la somma delle detrazioni spettanti fosse superiore all’imposta dovuta.

Sembra una decisione strana quella di stanziare un bonus solo per chi ha diritto a detrazioni alte, ma c’è un motivo di fondo in questa scelta. Per chi ha detrazione superiori all’imposta lorda dovuta si ha diritto allo sconto sull’imposta solo fino alla capienza del reddito. Il resto delle detrazioni vanno perdute. In questo caso, quindi, il trattamento integrativo va a colmare la perdita che il lavoratore ha sulle detrazioni a causa della poca capienza fiscale.

Per comprendere il meccanismo facciamo un esempio pratico. Supponiamo che un lavoratore abbia diritto, tra detrazioni per lavoro dipendente, ristrutturazioni edilizie, spese sanitarie, di istruzione di familiari a carico, a detrazioni per un importo pari a 13.500 euro ma che l’imposta dovuta sia solo di 11.000 euro. Avrà diritto a portare in detrazione solo 11.000 euro perdendo il diritto a 2.500 euro di detrazioni per incapienza fiscale.

In questo caso il trattamento integrativo spetterebbe per intero, ovvero 1.200 euro perché l’importo spettante è dato dalla differenza tra detrazioni spettanti e imposta dovuta fino a un massimo di 1.200 euro.

Facciamo un altro esempio. Un contribuente ha detrazioni per 9.000 euro ma un imposta lorda di 8.400 euro. Gli spetterà un trattamento integrativo di 600 euro, ovvero la differenza tra le detrazioni spettanti e l’imposta dovuta.

Come si recupera il trattamento integrativo non percepito?

Per i lavoratori con redditi tra 15.000 e 28.000, l’incertezza di non rientrare nel diritto del bonus ha spinto a non richiederlo mensilmente in busta paga: non sempre è facile stabilire con certezza a quante detrazioni si avrà diritto da gennaio dell’anno di imposta (il trattamento integrativo spetta in busta paga da gennaio a dicembre). Per non trovarsi nella spiacevole situazione di dover, poi, restituire con il conguaglio del 730 le somme percepite a titolo di bonus 100 euro, quindi, i lavoratori che si trovano in questa condizione preferiscono non averlo in busta paga.

Se alla fine dell’anno, però, il lavoratore si rende conto che:

  • ha avuto redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • ha diritto a detrazioni superiori all’imposta dovuta;
    e che gli spettava il trattamento integrativo, per recuperare le somme che non sono state erogate in busta paga la strada è quella della dichiarazione dei redditi. Basta compilare correttamente la Sezione V del quadro C, ovvero lo spazio dedicato appositamente al trattamento integrativo.

Per avere la somma cui si avrebbe avuto diritto bisogna consultare la CU: se nel punto 390 della certificazione unica è riportato il codice 1, il datore di lavoro ha erogato in tutto o in parte il trattamento integrativo. E nel punto 391 è indicato l’importo che il datore di lavoro ha elargito al dipendente nel corso dell’anno.

Se nella CU è riportato il codice 2, invece, significa che il datore di lavoro non ha riconosciuto il trattamento integrativo.

Nella sezione V del quadro C, quindi, andrà indicat, nel rigo C14:

  • nella colonna 1 il codice (1 o 2;
  • nella colonna 2 l’importo erogato (desumibile dal punto 391 della CU).

Nel conguaglio della dichiarazione dei redditi 2025 il lavoratore riceverà il trattamento integrativo interamente spettante se il datore di lavoro non ha erogato nulla o la differenza tra quanto spettante e quanto effettivamente ricevuto (erogato parzialmente dal datore di lavoro).

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