Bonus ricerca e sviluppo 2024: come funziona, a chi spetta e novità

Nadia Pascale

08/07/2024

Il bonus ricerca e sviluppo, anche conosciuto come credito d’imposta ricerca e sviluppo, può essere richiesto anche nel 2024 sebbene le percentuali siano ridotte. Ecco i requisiti e come richiederlo.

Bonus ricerca e sviluppo 2024: come funziona, a chi spetta e novità

Il bonus ricerca e sviluppo è attivo anche per il 2024, dalle ore 14:00 del giorno 8 luglio è possibile presentare le certificazioni necessarie per accedere alle risorse. Ecco una breve guida su come funziona, beneficiari e importi.

Il bonus ricerca e sviluppo si presenta sotto forma di credito di imposta all’interno del pacchetto “transizione 4.0”, l’obiettivo è aumentare la competitività dell’industria italiana in Europa e nel mondo, attraverso un sostegno economico alle aziende nel loro percorso di innovazione tecnologica.

Ecco come funziona il bonus ricerca e sviluppo del 2024, percentuali e novità.

Come funziona il bonus ricerca e sviluppo 2024

Il bonus ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica è un aiuto rivolto a tutte le imprese residenti nel territorio dello Stato che decidono di investire nel campo dell’innovazione tecnologica, della ricerca e sviluppo, del design e dell’innovazione ecologica.

Si presenta in forma di credito di imposta fino al 20% delle spese sostenute ed è a tutti gli effetti un bonus a fondo perduto.

Questo bonus è stato recentemente rinnovato fino al 31 dicembre 2025 e per alcuni comparti fino al 31 dicembre 2031. La misura è fruibile in diverse percentuali in base al settore di investimento. Vedremo a breve le percentuali aggiornate.

Il credito di imposta viene riconosciuto per:

  • attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico;
  • attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati;
  • attività di design e ideazione estetica.

La misura è finanziata attraverso le risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione.

Nel caso di attività di ricerca fondamentale la percentuale riconosciuta è:

  • del 20% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022 con un limite massimo di spesa di 4 milioni di euro;
  • del 10% dal periodo di imposta che va dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2031 con limite di spesa massimo di 5 milioni di euro.

Per le attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, il credito d’imposta è riconosciuto:

  • al 10% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023 con un limite di spesa ammissibile di 2 milioni di euro;
  • al 5% per le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2025 con limite di spesa sempre di 2 milioni di euro.

Per le attività di innovazione tecnologica 4.0 e green finalizzata alla transizione ecologica e innovazione digitale 4.0, il credito d’imposta è riconosciuto:

  • al 15% fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2022 su un limite di spesa di 2 milioni di euro;
  • al 10% dal 1° gennaio 2023 su una spesa massima di 4 milioni di euro;
  • al 5% dal 1° gennaio 2024 fino al 31 dicembre 2025 su una spesa massima sempre di 4 milioni di euro.

Per le attività di design e ideazione estetica finalizzate a innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa sul piano della forma e di altri elementi non tecnici o funzionali è riconosciuto al:

  • 10% fino al periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2023, limite massimo annuale di spesa ammissibile di 2 milioni di euro;
  • 5% dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 su una spesa massima annuale di 2 milioni di euro.

A chi spetta il bonus ricerca e sviluppo

La misura si rivolge a tutte le imprese residenti sul suolo italiano, questo include anche le stabili organizzazioni di soggetti non residenti. Il bonus, infatti, è disponibile per ogni azienda, indipendentemente dal settore economico di appartenenza, dal regime contabile e dal sistema di determinazione del reddito ai fini fiscali, dalla dimensione e dalla natura giuridica.

Esistono anche motivi di esclusione e la fruizione del bonus è sempre subordinata al rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori.

A essere escluse, sono le aziende nelle seguenti situazioni:

  • imprese in fallimento;
  • imprese in stato di liquidazione volontaria;
  • aziende in liquidazione amministrativa coatta;
  • imprese che hanno ricevuto sanzioni interdittive;
  • realtà in stato di concordato preventivo senza continuità;

Quali sono gli investimenti in ricerca e sviluppo?

Le spese e gli investimenti in ricerca e sviluppo ammessi per poter accedere al bonus si dividono in:

  • quote di ammortamento, i canoni di leasing o di locazione semplice e le altre spese relative ai beni materiali mobili e ai software che vengono utilizzati durante il processo di ricerca e sviluppo, compresi quelli per la creazione di prototipi o impianti pilota, e per l’importo ordinariamente deducibile ai fini della determinazione del reddito d’impresa;
  • spese dovute per il personale impiegato nelle attività;
  • le quote di ammortamento relative all’acquisto da terzi, limitatamente all’attività di ricerca e sviluppo;
  • spese per forniture, materiali, e prodotti impiegati nell’attività agevolabile, con limite massimo del 30% delle spese di personale o per contratti con commissionari;
  • spese per i servizi di consulenza o equivalenti, nel limite massimo complessivo pari al 20% delle spese di personale ammissibili o spese per contratti con commissionari;
  • spese per i contratti di ricerca.

Quali sono le attività di ricerca e sviluppo?

In campo ricerca e sviluppo gli investimenti per cui si possono richiedere i fondi a disposizione sono quelli che rientrano nelle seguenti definizioni:

  • attività fondamentali di ricerca;
  • ricerca industriale;
  • sperimentazione in ambito tecnologico e scientifico.

Come si calcola il credito d’imposta ricerca e sviluppo?

Il calcolo del credito d’imposta ricerca e sviluppo viene fatto tenendo conto delle spese sostenute dalle aziende per lo svolgimento delle attività ammissibili nel campo in questione.

Il credito d’imposta ricerca e sviluppo è utilizzabile dai beneficiari in compensazione orizzontale (ex art. 17 del D.Lgs. n. 241/97).

Quando si può utilizzare il credito ricerca e sviluppo?

Per poter accedere al credito d’imposta ricerca e sviluppo e quindi poterlo utilizzare, è necessario indicarlo all’interno della dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta in cui sono state sostenute le spese e in quelle relative ai periodi d’imposta successivi, fino a quando se ne conclude l’utilizzo.

Viene utilizzato esclusivamente in forma di compensazione e decorre a partire dal periodo d’imposta successivo a quello di sostenimento delle spese ammissibili, dopo aver presentato il modello F24 in modalità telematica all’Agenzia delle Entrate e viene corrisposto attraverso quote annuali di pari importo tra loro.

Inoltre, per potervi accedere, è necessario porre in essere alcuni adempimenti:

  • la comunicazione al ministero delle Imprese e del Made in Italy;
  • la certificazione della documentazione a opera di un revisore legale/società di revisione, che attesti le spese;
  • una relazione tecnica che illustri al suo interno i contenuti e i risultati delle attività ammissibili e le finalità.

Novità 2024 per il bonus ricerca e sviluppo

Per il bonus ricerca e sviluppo vi sono importanti novità all’interno del decreto Anticipi.

La prima novità importante è la proroga del pagamento della prima rata che slitta dal 16 dicembre 2023 al 16 dicembre 2024. Questa modifica si è resa necessaria al fine di dare flessibilità alle imprese beneficiarie, considerando la necessità di ottenere la certificazione della conformità delle attività di ricerca e sviluppo.
Le domande di riversamento già presentate possono essere revocate entro il 30 giugno 2024, a condizione che il pagamento dell’importo dovuto o della prima rata non sia ancora avvenuto.

Nel mese di maggio 2024 il Mimit (Ministero delle imprese e del Made in Italy) ha pubblicato l’Albo dei Certificatori abilitati per rilasciare gli attestati che confermano il diritto delle imprese di accedere al bonus. Questi, a seguito della presentazione della documentazione da parte dell’impresa, rilasciano il certificato necessario per accedere al Bonus Ricerca e Sviluppo.
Il 4 luglio 2024 il Mimit ha pubblicato il decreto con le linee guida per accedere al Bonus Ricerca e Sviluppo.

I certificatori, a partire dalle ore 14 dell’8 luglio 2024, possono trasmettere la documentazione certificata attraverso la piattaforma messa a disposizione dal Mimit.

Decreto Mimit 4 luglio 2024
Linee guida bonus Ricerca e Sviluppo

Iscriviti a Money.it

SONDAGGIO