C’è il balzo del petrolio. E il prezzo può salire ancora

Il prezzo del petrolio è in rialzo stamattina, attestandosi vicino ai massimi degli ultimi due mesi raggiunti nella sessione precedente.

Il balzo è stato guidato dalla previsione di una crescente domanda di carburante durante la stagione turistica estiva e dalle aspettative di possibili tagli dei tassi di interesse negli Stati Uniti che potrebbero stimolare la crescita economica.

Inoltre, le tensioni in Medio Oriente e le preoccupazioni per il rapido inizio della stagione degli uragani nell’Atlantico - che potrebbero distruggere o fermare impianti Usa - hanno stimolato l’aumento dei prezzi.

Poco prima dell’apertura delle Borse europee, il Brent viaggia oltre gli 86 dollari al barile e i futures sul WTI superano gli 86 dollari al barile. Il prezzo del petrolio sembra destinato a salire, cosa succede oggi e quali previsioni per l’oro nero?

Perché il prezzo del petrolio sale verso i massimi di due mesi?

Il petrolio sta consolidando i guadagni del mese scorso. I fattori da considerare per spiegare questo avanzamento sono diversi.

L’OPEC+ tiene sotto controllo l’offerta e i viaggi riprendono nell’estate dell’emisfero settentrionale, con i trader che probabilmente terranno d’occhio la domanda di benzina negli Usa con la festa dell’Indipendenza degli Stati Uniti di giovedì. Intanto, le preoccupazioni sulla vacillante ripresa in Cina, il più grande importatore di greggio, probabilmente limiteranno gli aumenti dei prezzi.

I mercati si aspettano anche possibili interruzioni della raffinazione statunitense dovute all’uragano Beryl. Le previsioni mostrano che la tempesta si stia spostando verso la baia di Campeche in Messico, causando problemi alla produzione di petrolio locale.

Per quanto riguarda i fattori macroeconomici, i segnali di un calo dell’inflazione negli Stati Uniti rinnovano la speranza che la Federal Reserve possa tagliare i tassi di interesse, probabilmente a settembre.

Un rapporto pubblicato lunedì ha mostrato che l’attività manifatturiera statunitense ha subito una contrazione per il terzo mese e che i prezzi pagati dai produttori per alcuni fattori produttivi sono scesi al livello più basso degli ultimi sei mesi.

Insieme al rapporto del Dipartimento del Commercio di venerdì che mostra che i dati sull’inflazione negli Stati Uniti sono rimasti invariati a maggio, ciò potrebbe rafforzare la motivazione per l’abbassamento dei tassi di interesse statunitensi, una mossa che spingerebbe l’attività economica e quindi la domanda di petrolio.

Infine, sotto osservazione c’è sempre il quadro mediorientale, con un conflitto che continua e rischia di allargarsi nella regione. L’esercito israeliano ha affermato che 18 soldati sono rimasti feriti in un attacco con drone da parte di Hezbollah sostenuto dall’Iran, uno dei quali gravemente, minacciando di far avvicinare il conflitto a una guerra su vasta scala. Un’escalation con la partecipazione iraniana potrebbe coinvolgere la produzione di petrolio, restringendola.

Cosa aspettarsi sui prezzi del greggio?

L’andamento del prezzo del petrolio “sembra essere guidato più dalla paura e dal sentiment che dai fondamentali”, ha affermato Vandana Hari, fondatrice di Vanda Insights, fornitore di analisi del mercato petrolifero. L’analista ha indicato come fattori di supporto le prospettive per la domanda di carburante in estate, la maggiore probabilità di un conflitto tra Israele e Iran e l’uragano Beryl.

“La rottura del recente intervallo verso un nuovo massimo più alto rafforza la tendenza al rialzo a breve termine” ha suggerito Yeap Jun Rong, stratega di mercato per IG Asia Pte. Ciò potrebbe lasciare gli acquirenti in attesa di un nuovo test del massimo di aprile 2024 al livello chiave di $90 per il Brent.

Gli esperti di materie prime di ING hanno scritto in una nota di continuare a mantenere una visione di supporto verso Brent, sebbene vi siano preoccupazioni sulla domanda.