C’è un nuovo allarme sul prezzo del gas in Europa?

Violetta Silvestri

18 Marzo 2024 - 12:27

Il prezzo del gas in Europa sta salendo a marzo: c’è un nuovo allarme energetico per il vecchio continente? Perché torna il rischio di un mercato teso e di costi più elevati.

C’è un nuovo allarme sul prezzo del gas in Europa?

Il prezzo del gas torna a salire in Europa e riaccende i timori di costi più alti, oltre a suscitare nuove preoccupazioni sulla vulnerabilità del settore energetico nel vecchio continente.

Nel dettaglio, il benchmark olandese di riferimento europeo per la quotazione della materia prima ha esteso i guadagni per il quarto giorno, la serie più lunga dalla fine di gennaio, mentre i trader si concentrano sulla fragilità delle forniture energetiche globali.

Lunedì i futures di riferimento sono saliti fino al 7,7%, mostrando il più grande balzo intraday dal 3 gennaio. I prezzi hanno recentemente registrato un aumento, dopo essere crollati fino al 30% dall’inizio dell’anno. Gli investitori stanno quindi prestando maggiore attenzione ai fattori che influenzeranno acquisti di carburante in vista del prossimo inverno.

Il prezzo del gas si è avvicinato a quota 29 euro per megawattora in mattinata: è questo un allarme per un potenziale ulteriore incremento?

Prezzo del gas sale in Europa, è allarme? Cosa sta succedendo

Il prezzo del gas torna sotto osservazione in Europa dopo aver toccato il livello più alto dall’inizio di febbraio a causa delle crescenti preoccupazioni sull’offerta.

Le riparazioni al terminale Gnl di Freeport in Texas hanno portato a una riduzione dei flussi, con i lavori che dovrebbero continuare fino ad aprile. Allo stesso tempo, gli attacchi ucraini alle raffinerie russe, la previsione di energia eolica inferiore alla media nell’Europa nord-occidentale e l’aumento della domanda in Asia hanno ulteriormente alimentato i timori di un mercato teso.

Le interruzioni degli impianti globali di liquefazione del gas – dalla Malesia agli Stati Uniti – lanciano segnali di nervosismo sul mercato, mentre l’Europa si avvicina alle ultime settimane della stagione di riscaldamento. La prossima settimana sono previste temperature più fredde del normale in alcune parti del continente.

Non solo, i guadagni del gas seguono gli aumenti dei prezzi petroliferi dopo gli attacchi ucraini alle raffinerie russe, che aumentano “la temperatura geopolitica”, ha affermato Ole Sloth Hansen, responsabile della strategia sulle materie prime presso Saxo Bank A/S.

Intanto, secondo il commissario per l’Energia Kadri Simson, nell’Unione Europea sta aumentando la pressione per ridurre le importazioni russe di Gnl quest’anno. Ciò si tradurrà sempre di più nella dipendenza da gas naturale liquefatto proveniente dagli Usa e in concorrenza con la domanda asiatica.

Il settore energetico rimane quindi molto sensibile al contesto geopolitico in profondo mutamento, sia per le guerre che per le relazioni commerciali tra blocchi di Paesi. Le buone notizie per l’Europa, comunque, non mancano. Il continente si avvia alla fine della stagione di riscaldamento con la produzione stabile dalla Norvegia e il ruolo crescente dell’energia solare, oltre alle scorte europee che rimangono a circa il 59% della capacità.

Si prevede che il prezzo del gas naturale dell’Ue verrà scambiato a 25,85 EUR/MWh entro la fine di questo trimestre, secondo i modelli macro globali di Trading Economics e le aspettative degli analisti.

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