La scorsa estate diversi calciatori hanno accettato la corte di club sauditi. Ma dopo l’entusiasmo iniziale ora le cose sembrerebbero non andare per il verso giusto.
La scorsa sessione di calciomercato ha visto l’ingresso prepotente sullo scenario calcistico europeo dell’Arabia Saudita. La nazione mediorientale ha avviato una politica molto aggressiva per rilanciare il calcio locale nel mondo. C’è anche chi ipotizza sia un modo per ripulire l’immagine del governo saudita dalle numerose violazioni di cui è stato protagonista in passato.
Fatto sta che tutti i club più importanti che militano nella massima serie saudita, la scorsa estate sono venuti a fare spesa in Europa mettendo sul piatto contratti faraonici per i calciatori che avrebbero accettato la destinazione.
Così come fu con la Cina qualche anno fa, tutto d’un colpo il mondo del calcio si è ritrovato con la concorrenza di club sauditi ricchissimi che si sono accaparrati le prestazioni sportive a suon di milioni di euro. A fare da apripista è stato Cristiano Ronaldo che ha accettato a corte dell’Al-Nassr. A lui sono poi susseguiti Neymar, Mané, Milinkovic-Savic, Mitrovic, Brozovic, solo per citarne alcuni. E poi ci sono anche tantissimi allenatori come Roberto Mancini, in fuga dalla nazionale italiana per sposare il progetto ct della nazionale saudita.
Soldi freschi per i club e tantissimi soldi oltre a enormi benefit per i calciatori trattati da vere star. Peccato però che dopo soli 2 mesi di permanenza in Arabia, la maggior parte di loro avrebbe espresso un certo malcontento per la situazione che stanno vivendo. A svelarlo è stato il tabloid britannico Sun che ha citato fonti dirette di calciatori. Eppure scappare da quel mondo dorato per loro sembra al momento quasi impossibile.
Calciatori tristi in Arabia vorrebbero scappare
Sono tutti lì far credere di esser andati in Arabia per motivi sportivi convinti che ben presto la Saudi League diventerà uno dei campionati più importanti al mondo. In realtà si sa molto bene che dietro tale scelta l’aspetto economico ha giocato un grande ruolo. Vedersi offrire cifre folli assolutamente lontane da quanto percepivano in Europa ha fatto scattare nella maggior parte dei top player la volontà al trasferimento, forse illusi anche che il campionato saudita potesse diventare sempre più seguito.
Invece le cose non stanno così. Secondo il tabloid britannico Sun la maggior parte dei calciatori che si sono trasferiti la scorsa estate lì si stanno pentendo amaramente della scelta. «Alcuni di loro odiano ogni minuto trascorso lì», si legge sul quotidiano.
Tra i motivi una situazione ambientale difficile da sopportare. Il calcio nel paese saudita è ancora uno sport poco seguito e sono ben lontani la passione e l’amore del tifo europeo rispetto a quello che si percepisce lì. Per un calciatore le emozioni e gli stimoli sono tutto. A conferma di ciò ci sono i dati in arrivo degli spettatori presenti alle partite della massima serie saudita.
I dati pubblicati dalla federcalcio parlano di una media di 2 milioni di spettatori. Un numero che diviso per le 16 squadre e centinaia di partite all’anno, fanno circa 10.000 spettatori a partita in un paese da 37 milioni di abitanti. Nell’attuale stagione ad esempio l’Al-Ettifaq, una delle squadre più forti allenate dall’ex calciatore Steven Gerrard, gioca in media davanti a 9.000 spettatori. Ci sono state anche gare da 4.000 spettatori ed addirittura la gara giocata contro l’Abha Club lo scorso mese ha visto la presenza di 976 spettatori.
Insomma manca il calore e le motivazioni da parte di un popolo che si mostra ancora distante al mondo del calcio. Tutti sono convinti che la Saudi Pro League diventerà presto uno dei campionati più forti al mondo ma c’è ancora tanto da lavorare.
Il problema è che scappare da quel mondo non è facile per colpa di clausole inserite nei contratti milionari che i calciatori si sono impegnati ad accettare dinnanzi a cifre folli.
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