È corsa alla realizzazione del cappotto termico, ma è davvero un valido strumento per abbassare i consumi energetici? Ecco le caratteristiche e i vantaggi per chi decide di applicarne uno.
Ci sono ancora diversi incentivi fiscali da sfruttare per la realizzazione del cappotto termico, anche se le percentuali del Superbonus sono in discesa, 90% nel 2023 e 70% per il 2024, ci sono il Bonus ristrutturazioni e l’Ecobonus che possono far ottenere dal 50% al 65% di detrazione fiscale.
Gli incentivi fiscali rappresentano quindi un ottimo stimolo per la realizzazione di un cappotto termico, ma è realmente efficace, può aiutare a risparmiare in bolletta? Ecco come funziona e quali vantaggi può portare a un edificio.
Come funziona il cappotto termico e perché tutti ne vogliono uno
Perché tutti vogliono installare un cappotto termico? In realtà non vi è un solo motivo, ma motivi concomitanti.
Il cappotto termico costituisce un vero guscio per l’immobile e la sua funzione è isolare l’immobile al fine di limitare/evitare la dispersione termica, in estate e in inverno.
In inverno l’obiettivo è evitare che il calore interno si disperda all’esterno e il freddo esterno entri dentro. In estate si vuole evitare che il fresco interno esca e il caldo entri.
Si crea quindi una vera protezione che consente di avere maggior comfort abitativo e quindi benessere a allo stesso tempo anche ridurre i consumi energetici per il riscaldamento/raffreddamento e quindi un risparmio in bolletta che può aumentare utilizzando caldaie di ultima generazione. Ne consegue anche un abbattimento delle emissioni inquinanti.
La prima cosa da sottolineare è che il reale effetto sui consumi di un cappotto termico dipende da diversi fattori e tra questi incidono le caratteristiche strutturali dell’immobile. Ad esempio, un cappotto termico su un’abitazione i cui infissi hanno caratteristiche di isolamento termico blande ha un effetto ridotto rispetto al caso di infissi termo-isolanti.
Nella scelta del cappotto termico si possono inoltre prediligere diversi materiali, sempre più di frequente le persone preferiscono quelli naturali, come il sughero o fibra di legno. Questi materiali offrono molti vantaggi tra cui la lunga durata, in media 20 anni, inoltre i pannelli sono meno spessi, rispetto a materiali non naturali, pur offrendo prestazioni elevate.
In genere la realizzazione del cappotto termico può portare a un recupero di 2-3°C. Questo implica che c’è una minore dispersione termica.
Incentivi fiscali per il cappotto termico
La corsa alla realizzazione del cappotto termico non è determinata solo da motivi di risparmio energetico, ma anche al fatto che si possono ottenere ancora incentivi fiscali di particolare interesse.
Si è già anticipato che, sebbene non sia più possibile accedere alla cessione del credito e allo sconto in fattura, se non in limitati casi, restano importanti le detrazioni Irpef riconosciute.
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Le percentuali delle detrazioni Irpef sono:
- fino al 31 dicembre 2023, 90%
- dal 1° gennaio 2024, 70%;
- dal primo gennaio 2025, 65%.
Non solo: è ancora in vigore l’Ecobonus, in questo caso non vi è obbligo di recupero di almeno due classi energetiche e si può ottenere una detrazione fiscale dal 50% al 65%, con possibilità di detrazione al 75% per i lavori che interessano le parti comuni del condominio.
Infine, c’è la possibilità di ottenere il bonus ristrutturazione con detrazioni Irpef al 50%.
Le detrazioni fiscali rappresentano un ottimo incentivo anche in vista dell’approvazione dell’entrata in vigore della direttiva Case Green. Questo è uno dei motivi per i quali c’è molto interesse per il cappotto termico che può portare al recupero di diverse classi energetiche.
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