Oscurato il sito ufficiale del movimento, chiusi centinaia tra profili Facebook, Instagram e pagine web di esponenti e persone vicine al movimento politico di estrema destra
Casapound scompare dal web. A notarlo in primis gli stessi militanti, che proprio nelle ultime ore si sono visti disabilitare i rispettivi profili Facebook e Instagram.
A decine infatti gli account oscurati, inaccessibile il sito ufficiale del Movimento e chiuse numerose pagine web vicine al Movimento. I profili privati sarebbero stati oscurati, a detta dei diretti interessati, senza nessun preavviso da parte delle piattaforme in questione.
Tra i primi a comunicare la cosa il vicepresidente di Casapound Italia Simone Di Stefano, che ha rimarcato tutta la sua indignazione per la cancellazione del sito ufficiale e di decine di profili di consiglieri comunali.
Facebook ha chiuso la mia pagina, 140.000 iscritti. E quella di CasaPound, 250.000. Ha chiuso le pagine dei nostri consiglieri comunali democraticamente eletti. Un abuso, commesso da una multinazionale privata in spregio alla legge italiana. Uno sputo in faccia alla democrazia.
— Simone Di Stefano 🇮🇹 (@distefanoTW) 9 settembre 2019
Casapound scompare dal web
A evidenziare la circostanza anche Adriano Scianca, direttore del quotidiano sovranista Il Primato Nazionale:
“Il profilo privato di Adriano Scianca è stato disabilitato senza preavviso e senza spiegazioni. Lo stesso è accaduto, nello stesso istante, a tutte le pagine di CasaPound, a quelle dei principali dirigenti di CasaPound Italia e a molte altre associazioni identitarie. Serrate i ranghi, sono in arrivo tempi bui”.
Per molti tra esponenti e attivisti è arrivata quindi la disattivazione dei profili privati. Molti di loro nel corso della mattinata hanno partecipato alla manifestazione contro la nascita del Conte-bis.
Proprio stamattina lo stesso Simone Di Stefano ha parlato a tutti i militanti del Movimento, per chiarire i motivi della presa di distanze dal nuovo esecutivo:
“Sono in piazza anche io. Non è il momento di dividere, ma di unire. E costruire con ogni mezzo una rivolta popolare, culturale e democratica a questo osceno governo di usurpatori”.
Mentre le prime dichiarazioni ufficiali di Facebook sono arrivate solo qualche minuto fa; un portavoce della piattaforma di Zuckerberg ha parlato di una scelta obbligata dagli atteggiamenti mossi dall’odio di Casapound:
“Le persone e le organizzazioni che diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono non trovano posto su Facebook e Instagram. Candidati e partiti politici, così come tutti gli individui e le organizzazioni presenti su Facebook e Instagram, devono rispettare queste regole, indipendentemente dalla loro ideologia. Gli account che abbiamo rimosso oggi violano questa policy e non potranno più essere presenti su Facebook o Instagram”.
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