Si stima che ci potrebbero essere 15 CBDC in circolazione entro il 2030 ma attualmente sono appena 4: eNaria in Nigeria, Sand Dollar nelle Bahamas, DCash nei Caraibi, e-CNY in Cina.
Le valute digitali delle banche centrali (CBDC) stanno rapidamente guadagnando terreno nell’arena finanziaria globale, diventando oggetto di ferventi discussioni e dibattiti politici. La recente affermazione del legislatore repubblicano statunitense Tom Emmer, che ha paragonato le CBDC a uno “strumento di sorveglianza in stile CCP” (Partito Comunista Cinese), è solo uno dei tanti aspetti controversi di questa trasformazione finanziaria.
La mossa delle CBDC è ora una realtà, con circa 130 paesi in tutto il mondo che stanno sviluppando le proprie versioni digitali delle valute nazionali. Ma mentre alcuni esperti sostengono che l’adozione delle CBDC sia inevitabile, negli Stati Uniti sia i repubblicani che i sostenitori della privacy di sinistra esprimono preoccupazioni profonde.
Una delle principali preoccupazioni riguarda la sorveglianza e il controllo dei cittadini. Le CBDC permetteranno ai governi di monitorare le attività finanziarie dei cittadini in modo più dettagliato di quanto sia possibile con le valute tradizionali. Questo potrebbe avere implicazioni significative per la privacy finanziaria individuale. Inoltre, i governi potrebbero utilizzare le CBDC per imporre restrizioni sui tipi di transazioni che i cittadini possono effettuare, creando un ambiente in cui i cittadini potrebbero vedere limitate le loro scelte finanziarie. [...]
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