Diversi utilizzatori del tool di intelligenza artificiale hanno denunciato una regressione della tecnologia rispetto ai mesi scorsi. Cosa sta accadendo?
Chat GPT è arrivata con prepotenza qualche mese fa nelle nostre vite creando anche una certa preoccupazione per la precisione dei risultati che riusciva a dare. Si tratta di un tool di intelligenza artificiale capace di rispondere ad ogni domanda o richiesta che l’utente gli pone, dalle domande più banali a quelle più complesse come ad esempio scrivere un libro o la sceneggiatura di un film.
Nel nostro paese Chat GPT ha incontrato alcune difficoltà iniziali a causa dello stop dato dal Garante della privacy che ne denunciava pesanti violazioni. Il software creato dall’azienda Open AI si è adeguato ed ora è tranquillamente accessibile anche dal nostro paese.
Chi ne fa un uso quotidiano, magari per motivi di lavoro, ne sta però iniziando a denunciare una regressione e una minor qualità delle risposte ottenute. C’è chi l’ha definita più pigra e chi invece ci è andato giù più pesante definendola letteralmente più stupida.
Su alcuni forum di discussione da alcune settimane gli utilizzatori più incalliti hanno segnalato errori grossolani, incapacità a capire ciò che gli si chiede e dimenticanza delle conversazioni precedenti. Cosa sta accadendo?
Cosa sta accadendo a Chat GPT?
Tre ricercatori di Stanford e Berkeley avrebbero creato un’analisi, non ancora pubblicata, con cui avrebbero misurato il grado di regressione dell’intelligenza artificiale. L’aggiornamento di giugno di Chat GPT dovrebbe essere in teoria più avanzato e sofisticato rispetto a quello di marzo ma invece appare più lento ed impreciso.
A quanto pare è meno capace di risolvere un problema matematico, meno capace di scrivere un codice funzionante e soprattutto si mostra più attenta al politicamente corretto non rispondendo a domande ambigue. Versione ovviamente contestata da Open Ai, società che ha creato la tecnologia, che ha tranquillizzato tutti dicendo che Chat GPT non è stata resa più stupida ma al contrario ogni versione diventa man mano più intelligente.
Uno dei motivi secondo Open Ai è che forse gli utilizzatori più assidui scoprono man mano limiti di cui non se ne erano accorti in precedenza. Una giustificazione piuttosto generica che non è bastata a calmare i timori di chi usa l’intelligenza artificiale quotidianamente.
I possibili motivi della regressione
Stanno iniziando a circolare varie ipotesi sul perché Chat GPT è diventata meno efficace, tutte ipotesi valide ma che al momento non trovano fondamento. La prima è che Chat GPT altro non è che un test, uno stratagemma per vendere poi un altro prodotto/servizio.
L’ipotesi è che la piattaforma sia stata creata con un’interfaccia molto semplice accessibile a tutti per far vedere al mondo intero cos’è capace di fare l’intelligenza artificiale. Un test per creare aspettativa, verificare la risposta del mercato salvo poi far virare gli utilizzatori verso servizi più lucrativi come quelli creati da Microsoft per i suoi utenti office premium. A passaggio effettuato ecco che Chat GPT si avvierebbe verso una obsolescenza programmata per indurre gli utilizzatori a virare su servizi a pagamento basati sulla stessa identica tecnologia.
La seconda ipotesi è più tecnica. C’è chi sostiene che Open Ai abbia modificato all’insaputa di tutti il modello di funzionamento di Chat GPT. Da un unico grande modello è stata effettuata una scissione in tanti piccoli modelli divisi per singoli campi. Un modo per ottenere risposte sempre più veloci risparmiando potenza di calcolo e costi. Nel passaggio però qualcosa potrebbe esser andato storto compromettendone l’efficacia.
La terza e ultima ipotesi è che per porre un freno ai noti limiti e strafalcioni della tecnologia, gli sviluppatori hanno aggiunto dei filtri di prudenza e politicamente corretti con il risultato che l’algoritmo è meno pronto a lanciare risposte.
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