Con un tasso di riferimento del 4,75%, la BoE rimane in testa tra le principali economie del G7. Ma i tassi britannici dovrebbero scendere più rapidamente rispetto a quelli statunitensi nel 2025.
Il recente ritorno della sterlina a livelli vicini a quelli precedenti al referendum sulla Brexit rispetto all’euro è frutto di un delicato equilibrio tra il tentativo del Regno Unito di riparare i rapporti con l’Europa e il ritorno del «Trumpismo» negli Stati Uniti.
L’economia britannica, fortemente orientata ai servizi, sembra meglio attrezzata per affrontare i dazi commerciali minacciati dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump rispetto a una zona euro già indebolita. Inoltre, il miglioramento delle relazioni con l’Unione Europea, ancora il principale partner commerciale del Regno Unito, alimenta speranze di un rinnovato afflusso di investimenti dall’UE.
Una delle grandi questioni aperte è se la nuova forza della valuta possa offuscare i benefici per le esportazioni britanniche e riportare l’attenzione sul ruolo della Bank of England (BoE) e sulla sua riluttanza a ridurre i tassi di interesse. Tuttavia, dalla vittoria del Partito Laburista alle elezioni di luglio, la sterlina ha guadagnato terreno sia rispetto all’euro sia su un ampio indice ponderato degli scambi globali. [...]
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