Il business di Gazprom, la multinazionale russa controllata dal governo e attiva nel settore energetico-minerario, è cambiato per sempre. E forse non sarà mai più lo stesso.
L’Unione europea ha gradualmente rotto la sua dipendenza energetica dalla Russia in seguito allo scoppio della guerra in Ucraina. I governi dell’Ue hanno sostituito la quasi totalità delle importazioni di gas e petrolio provenienti da Mosca con quelle di altri Paesi, dal Qatar al gnl made in Usa.
Il Cremlino, a sua volta, è stato costretto a rivedere il funzionamento del suo principale motore economico cercando clienti alternativi. La missione è riuscita, almeno in parte, visto che il Cremlino ha dirottato la preziosa merce dall’Europa all’Asia (in primis Cina e India), seppur a prezzi più bassi.
In tutto questo è interessante chiedersi che fine ha fatto Gazprom, la multinazionale russa, controllata dal governo, attiva nel settore energetico-minerario, in special modo nell’estrazione e vendita di gas naturale (e non solo). Un anno fa Reuters scriveva che il calo delle vendite in Europa di gas avrebbe potuto dimezzare i ricavi di Gazprom. Oggi, secondo il Financial Times, il colosso di Mosca sarebbe in grave difficoltà e il suo modello di business sarebbe addirittura letteralmente finito in malora (o meglio: a brandelli). [...]
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