Chi non pagherà le tasse nel 2025?

Patrizia Del Pidio

11 Novembre 2024 - 13:19

La Legge di Bilancio apporta modifiche all’Irpef, vediamo chi non pagherà le tasse nel 2025, chi sarà penalizzato e chi avvantaggiato dalla novità della manovra.

Chi non pagherà le tasse nel 2025?

L’Irpef a tre aliquote e a tre scaglioni di reddito è stata confermata anche nel 2025 e resa strutturale. Chi non pagherà le tasse il prossimo anno? Le conferme legate al settore fiscale, infatti, hanno un impatto anche sulla cosiddetta no tax area che determina, appunto, la soglia entro la quale l’imposta sui redditi non è dovuta.

Il limite della no tax area era fissato per i lavoratori dipendenti, nel 2023, a 8.175 euro l’anno, solo per il 2024 era stata innalzata questa soglia a 8.500 euro equiparando la no tax area dei dipendenti a quella dei pensionati per effetto dell’aumento delle detrazioni da lavoro dipendente. La Legge di Bilancio 2025 riconferma anche per il 2025 la detrazione per lavoro dipendente a 1.955 euro (precedentemente, fino al 2023, era prevista una detrazione di 1.880 euro) prorogando, di fatto, anche per il prossimo anno la no tax area a 8.500 euro.

Le soglie della no tax area, quindi, rispetto al 2024 non cambiano e a non dover pagare le tasse sono:

  • dipendenti che hanno un reddito entro gli 8.500 euro l’anno;
  • pensionati che hanno un reddito entro gli 8.500 euro l’anno;
  • lavoratori autonomi che hanno un reddito entro gli 5.500 euro l’anno.

Come influisce il taglio al cuneo fiscale sulle tasse da pagare?

Fermo restando il limite entro cui le imposte non sono dovute per i lavoratori dipendenti, anche il taglio al cuneo fiscale ha un impatto sulle imposte (ma va detto che fino a 20.000 euro il meccanismo non subisce variazioni rispetto allo scorso anno). Anche se le imposte sul reddito sono dovute dal lavoratore dipendente che guadagna più di 8.500 euro, si può dire che parte di queste imposte da versare possono essere ammortizzate con il trattamento integrativo che si riceve sullo stipendio per redditi fino a 20.000 euro. Oltre i 20.000, invece, il taglio al cuneo fiscale si traduce in aumento della detrazione da lavoro spettante.

Esaminiamo i casi che si presentano per redditi fino a 15.000 euro.

C’è da ricordare, innanzitutto, che, per non creare storture nella platea dei beneficiari del trattamento integrativo, già per quest’anno era stata introdotta la regola secondo cui il trattamento spetta a tutti coloro che hanno un’imposta lorda dovuta che sia superiore alle detrazioni spettanti diminuite di 75 euro. Per il diritto al trattamento integrativo, quindi, l’imposta lorda deve essere pari a 1.880 euro (da ricordare che dal 2024 la detrazione spettante per redditi da lavoro fino a 15.000 euro è di 1.955 euro sia nel 2024, che nel 2025).

Questo significa che il trattamento integrativo per chi ha un reddito tra 8.175 euro e 8.500 euro spetta, nonostante questi lavoratori ricadano nella no tax area, nella misura del 7,1%.

Per chi ha un reddito compreso tra 8.500 e 15.000 euro il taglio al cuneo fiscale è pari al 5,3% per gli importi illustrati nella seguente tabella:

REDDITOPERCENTUALE DEL TAGLIOIMPORTO SPETTANTE L’ANNODETRAZIONE SPETTANTEIMPOSTA NETTA DOVUTA (IMPOSTA MENO DETRAZIONE)
9.000 euro 5,3% 477 euro 1.955 euro 115 euro
10.000 euro 5,3% 530 euro 1.955 euro 345 euro
11.000 euro 5,3% 583 euro 1.955 euro 575 euro
12.000 euro 5,3% 636 euro 1.955 euro 805 euro
13.000 euro 5,3% 689 euro 1.955 euro 1.035 euro
14.000 euro 5,3% 742 euro 1.955 euro 1.265 euro
14.999 euro 5,3% 795 euro 1.955 euro 1.494 euro

Come è facilmente intuibile dalla tabella per redditi fino a 11.000 euro l’importo dal taglio al cuneo fiscale è più alto di quello dell’imposta dovuta. Questo significa che il taglio al cuneo fiscale riesce a «compensare» le imposte per chi ha redditi fino a 11.000 euro circa.

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