Chi paga l’Imu in caso di affitto, gli inquilini o i proprietari?

Patrizia Del Pidio

7 Aprile 2025 - 08:22

L’Imu grava sull’inquilino o sul proprietario dell’immobile? Chi va alla cassa entro il 16 giugno 2025? La risposta a questo dubbio non è banale come si può pensare.

Chi paga l’Imu in caso di affitto, gli inquilini o i proprietari?

Chi paga l’Imu di una casa in affitto, il proprietario o l’inquilino? Sembra essere una domanda scontata che, però, il proprietario di un immobile concesso in locazione si pone almeno una volta. Soprattutto ora, che ci si avvia verso il termine per il versamento della prima rata in acconto dell’Imu 2025, è bene fare chiarezza sulla questione per capire cosa prevede la normativa e perché.

La nuova Imu, che dal 2020 ha assorbito la Tasi, prevede già da diversi anni l’esenzione totale per gli inquilini, mentre in passato il pagamento di una quota dell’Imu era richiesta anche a chi viveva in affitto. Sulla prossima scadenza del 16 giugno 2025, quindi, sono chiamati alla cassa per il pagamento dell’acconto solo i proprietari di abitazioni diverse dalla prima casa, mentre chi vive in affitto è totalmente esentato dal pagamento dell’imposta, a patto che non sia previsto diversamente nel contratto di affitto.

Le regole dell’Imu negli anni non sono cambiate di molto, con l’eccezione che riguarda soltanto le coppie con residenza diversa. Su tale versante, infatti è intervenuta la Corte Costituzionale con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022 mettendo un punto che stabilisce il godimento delle agevolazioni Imu su entrambi gli immobili destinati ad abitazione principale.

Imu 2025: paga l’inquilino o solo il proprietario?

La nuova Imu è stata introdotta dalla legge di Bilancio 2020, nata da una fusione di Imu e Tasi, per una questione di semplificazione fiscale.

Le due tasse sulla casa, infatti, avevano regole pressoché identiche, ma erano divise in due tributi diversi. Fino al 2019 anche gli inquilini dovevano pagare una quota della Tasi, dal 10 al 30%. La restante parte, quindi dal 70 al 90%, spettava al proprietario.

Dal 2020 sono cambiate le regole: gli inquilini sono esentati dal pagamento dell’Imu, il cui acconto è in scadenza il 16 giugno.

Quando a pagare l’Imu è l’inquilino?

Anche se la normativa prevede che l’Imu deve essere versata sempre dal proprietario dell’immobile e mai dall’inquilino, questo significa soltanto che il soggetto passivo dell’imposta è chi possiede l’immobile (e che quindi, il Comune, non potrà mai fare rivalsa per il pagamento sull’inquilino).

Se una clausola del contratto di affitto prevede che l’Imu (come anche altre imposte sulla casa) sia versata dall’inquilino, quest’ultimo è chiamato a versare l’importo in questione restituendo la somma al proprietario (che è sempre passivo dell’imposta, come abbiamo già visto).

A chiarirlo è anche una sentenza della Corte di Cassazione che afferma che la clausola contrattuale in questione non viola il principio di intrasferibilità e prevede che il pagamento dell’imposta può essere a carico anche di un soggetto diverso da quello previsto per legge.

La clausola che prevede che l’inquilino versi al proprietario una somma che corrisponde agli assolti oneri tributari, infatti, costituisce una integrazione del canone di locazione e concorre alla determinazione dell’ammontare complessivo che l’inquilino deve versare al proprietario. Questo, ovviamente, non muta il fatto che per il Comune il soggetto passivo, anche in presenza di detta clausola, resta il proprietario dell’immobile nel caso l’inquilino non versi le somme dovute.

Imu 2025: gli altri soggetti esonerati

Gli inquilini non sono gli unici soggetti esonerati nel 2025. Per quanto riguarda l’esenzione dobbiamo fare due discorsi separati: i soggetti esonerati “standard” e quelli che invece godono di agevolazioni stabilite con delibere comunali.

Per quanto riguarda gli esenti Imu “standard”, ricordiamo che l’imposta non è dovuta sull’abitazione principale e relative pertinenze (una per categoria catastale). Sono esentati dal pagamento anche i proprietari di seconde case a patto che l’immobile risulti occupato abusivamente e si sia provveduto a presentare denuncia alle autorità giudiziarie.

Per le esenzioni «straordinarie» si consiglia di consultare le delibere del proprio Comune di residenza per capire quali disposizioni sono state previste. In ogni caso si ricorda che, se anche non si ha diritto all’esenzione totale, si potrebbe rientrare in una delle riduzioni previste per l’Imu, di cui un esempio può essere quella prevista per gli immobili di interesse storico o artistico.

Si applica poi la riduzione del 50% per i comodati gratuiti familiari (Legge di bilancio 2019) e la riduzione del 25% per gli immobili locati a canone concordato, a patto che il contratto sia registrato.

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