Contributi a fondo perduto decreto Sostegno: quali sono le novità per le partite IVA?

Rosaria Imparato

03/03/2021

Fondo perduto, il decreto Sostegno (ex Ristori 5) promette importanti novità per le partite IVA: non solo il superamento del criterio dei codici ATECO, ma anche l’autocertificazione da inviare all’Agenzia delle Entrate per documentare il calo di fatturato. Vediamo le ultime anticipazioni facendo una panoramica dell’evoluzione della normativa dal decreto Rilancio a oggi.

Contributi a fondo perduto, arrivano novità sul decreto Sostegno, atteso ormai a breve.

Secondo le ultime anticipazioni sul provvedimento, che sostituisce il decreto Ristori 5, cambieranno non solo le modalità di calcolo per l’erogazione del contributo, ma anche la platea di beneficiari: si supererà il criterio della selezione tramite codice ATECO.

Inoltre, potrebbe essere necessaria un’autocertificazione da inviare all’Agenzia delle Entrate che documenti il calo di fatturato: in questo modo si dovrebbe aggirare l’ostacolo delle nuove procedure di richiesta ed erogazione del contributo.

La riduzione del fatturato presa in considerazione non sarà più aprile 2020/2019, ma sarà su base annuale: a far scattare l’erogazione del contributo, una diminuzione del 33%.

I ristori andrebbero a circa 2,7 milioni di professionisti e imprese con fatturato fino a 5 milioni.

Il testo del provvedimento dovrebbe contenere anche novità sull’attività della Riscossione: vediamo quali sono le novità in arrivo col DL Sostegno.

Contributi a fondo perduto decreto Sostegno: quali sono le novità per le partite IVA? L’autocertificazione alle Entrate per il calo di fatturato

Sono tantissime le partite IVA che attendono con fiducia il decreto Sostegno: il provvedimento, di cui si attende l’approvazione e la pubblicazione, promette grandi interventi economici.

In particolare, il DL Sostegno promette di intervenire sui contributi a fondo perduto, modificando le modalità di calcolo e ampliando la platea di beneficiari. Cambia il nome, ma di fatto l’impianto resta quello prospettato dal decreto Ristori 5.

Sono tre, finora, le grandi novità:

  • si supera il criterio dei beneficiari in base al codice ATECO;
  • il calo di fatturato preso in considerazione non è più di un solo mese (aprile 2019/aprile 2020) ma annuale;
  • potrebbero essere inclusi tra i beneficiari anche i professionisti iscritti agli Ordini.

Il decreto Sostegno supera i criteri inizialmente stabiliti dal decreto Rilancio, che sono stati usati come struttura di base per i successivi provvedimenti per accelerare le tempistiche di erogazione dei finanziamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il meccanismo di calcolo dovrebbe basarsi sulla perdita di fatturato superiore al 33% su tutto il 2020, tenendo in considerazione i costi fissi sostenuti dalle imprese.

Il superamento dei codici ATECO, inoltre, se da un lato amplia la platea di beneficiari, dall’altro lato rende più macchinoso capire come strutturare le procedure di richiesta e accredito.

Una soluzione potrebbe essere quella dell’autocertificazione da inviare all’Agenzia delle Entrate sulla riduzione di fatturato.

Il tetto degli aiuti è a 150.000 euro come somma massima per le partite IVA fino a 5 milioni di euro di ricavi, che dovranno dimostrare la perdita del 33% della media mensile del fatturato annuo 2019 con la media mensile del fatturato 2020.

Secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore, le fasce di indennizzo sono:

  • del 30% per imprese e professionisti con un fatturato di 100.000 euro annuo;
  • del 25% da 101 a 400.000 euro l’anno;
  • del 20% da 401.000 a 1 milione;
  • del 15% da 1 a 5 milioni.

Per le start up l’indennizzo è ancora da valutare. Resta fissa l’incognita sui tempi effettivi di erogazione degli aiuti.

Fondo perduto decreto Sostegno: novità per i beneficiari e le modalità di calcolo

Il superamento dei criteri stabiliti dal decreto Rilancio non è una novità di poco conto per le partite IVA.

L’erogazione dei nuovi contributi dovrebbe infatti avvenire a prescindere dal codice ATECO e quindi dal settore economico di appartenenza: questa decisione aprirebbe le porte dei finanziamenti a tutte quei settori -dalla ristorazione al turismo, ma non solo- che per motivi di “stagionalità” della propria attività non sono rientrati tra i beneficiari.

Dall’altro lato, ancora non si conoscono con certezza i parametri di riferimento per determinare il calcolo del fatturato.

Col decreto Rilancio e i primi quattro decreti Ristori la percentuale era il 33%, e dava diritto a un contributo calcolato come segue:

  • 20% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 100.000€;
  • 15% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 100.000€ e 400.000€;
  • 10% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 400.000€ e 5.000.000€.

Fino alla pubblicazione del testo del decreto Sostegno non possiamo avere la certezza di come verranno calcolati i nuovi contributi a fondo perduto, così come -visto che cambierà anche la platea di beneficiari- le modalità di richiesta degli stessi: non resta che attendere la pubblicazione del provvedimento.

Iscriviti a Money.it