Conti correnti sotto la lente del Fisco con la riforma della Riscossione?

Rosaria Imparato

22 Luglio 2021 - 13:46

Tra i punti della riforma della Riscossione richiesti da Ruffini c’è un maggior accesso ai conti correnti: ecco come potrebbero cambiare i controlli.

Conti correnti sotto la lente del Fisco con la riforma della Riscossione?

I controlli sui conti correnti potrebbero aumentare sempre di più in vista della riforma della Riscossione.

Un accesso maggiore ai dati dei conti correnti, quindi prelievi e giacenze, potrebbe far in modo da rendere più efficaci le azioni di recupero, quindi i pignoramenti, da parte dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Vediamo in che modo potrebbero intensificarsi i controlli sui conti correnti e quali sono gli altri tasselli che compongono il mosaico della riforma della Riscossione.

Riforma della Riscossione: conti correnti a rischio?

La strada che la Riscossione vorrebbe seguire è spiegata nel documento inviato al Parlamento. Nelle 40 pagine di relazione viene spiegata la situazione attuale della Riscossione, a partire dal magazzino pieno di crediti inesigibili: proprio per questo motivo è sempre più necessaria una complessiva rivisitazione delle disposizioni normative.

Due gli obiettivi da perseguire:

  • riequilibrare il rapporto tra ente impositore e Riscossione;
  • rendere, di conseguenza, più efficace il sistema di riscossione, anche coattiva.

In quest’ottica va inserita la richiesta del Presidente della Riscossione per avere più poteri rispetto ai controlli sui conti correnti: vediamo come.

Conti correnti sotto la lente del Fisco con la riforma della Riscossione?

Attualmente l’accesso all’anagrafe è limitato. Nella relazione, anticipata dal quotidiano ItaliaOggi, si evidenzia come spesso si fanno pignoramenti “al buio”, nel senso che non ci sono informazioni aggiornate sulle capienze dei conti correnti dei debitori.

Come uscire dall’impasse? Per Ernesto Maria Ruffini serve:

  • una maggiore accessibilità ai dati dei conti correnti;
  • la possibilità di trasmissione di dati che attualmente sono inviati solo alle Entrate (come il codice IBAN) anche alla Riscossione.

Si legge nel documento:

“l’attività di recupero svolta dall’Agente della riscossione potrebbe essere molto più efficace, essendo diretta solo verso quei rapporti finanziari che possano essere capienti ai fini dell’esecuzione.”

Allo stesso tempo, Ruffini chiede l’accesso ai dati sulla fatturazione elettronica, in modo da contrastare l’evasione fiscale da riscossione, permettendo “l’avvio mirato di procedure di pignoramento dei rapporti commerciali intrattenuti dal soggetto debitore con soggetti terzi”.

Allo stesso tempo verrebbe evitata l’acquisizione di “analoghe informazioni, mediante verifiche e ispezioni documentali eseguite dai dipendenti dell’Agente della riscossione nel corso di un accesso «fisico» ai locali dove il debitore esercita la propria attività”.

Lasciamo in allegato la relazione dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Relazione Agenzia delle Entrate-Riscossione
Criteri per la revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi

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