Qual è la reale situazione del coronavirus in Italia? Cosa fare in questa fase di transizione tra prudenza e normalità? Prova a dare indicazioni l’infettivologo Galli, che insiste sull’allerta assembramenti
Il coronavirus in Italia viaggia ancora a ritmi di 200-300 contagi giornalieri.
Gli esperti hanno parlato di una curva stabile, insistendo sulla necessità di mantenere ancora alta la prudenza. Calano i morti e le terapie intensive sono ormai sotto controllo, mentre si fa più severa l’attenzione sugli asintomatici e sul controllo dei nascenti focolai.
Con questa fotografia, cosa bisogna davvero fare nelle prossime settimane per evitare un’impennata di positivi? L’Europa, afflitta da un ritorno preoccupante di contagiati, ci guarda con una certa ammirazione per la capacità di aver evitato - finora - scenari da seconda ondata.
“Stiamo vivendo di rendita per il rigoroso lockdown”, ha dichiarato l’infettivologo Galli. Ecco le sue linee guida per evitare il peggio prima del temuto autunno.
COVID: non è tempo di assembramenti, parola di esperto
Bufera trasporti, allarme sbarchi migranti, focolai, movida, rischio asintomatici diffusi, casi di importazione: questi sono gli ultimi segnali che arrivano sul fronte coronavirus in Italia.
I pericoli legati alla diffusione del COVID-19 sono attivi anche nel nostro Paese, nonostante resti un osservato speciale in Europa per la sua virtuosità.
Non sbagliare la politica sanitaria e di sicurezza adesso è fondamentale per evitare una nuova catastrofe in autunno. Ne è convinto anche il professore infettivologo Massimo Galli, che non ha usato mezzi termini in un’intervista a La Stampa:
“Non possiamo permetterci di rinunciare alle precauzioni. L’Italia, grazie a un serio lockdown, ha una posizione di vantaggio rispetto a molti altri Paesi, che però si può perdere alla prima distrazione”
La strada da seguire, quindi, in queste calde settimane di agosto e di vacanza è una sola secondo l’esperto: “Vanno evitati gli assembramenti, pure allo stadio, e anche all’aperto in caso di contatti ravvicinati è bene non dimenticare distanze e mascherine”
Non ci sono alternative e in questa cornice si inserisce anche l’ultima ordinanza di Speranza, che tanto ha fatto infuriare il settore trasporti. Ma anche su questo tema Galli ha le idee chiare: “Capisco i turisti che viaggiano scomodi, ma se devo fare il mio mestiere dico che è meglio aspettare a togliere le distanze”.
Il messaggio è sintetico: “più contagi portano più morti”. Il rischio dei super diffusori di coronavirus - 1 positivo su 10 lo è - che causano l’80% dei contagi è ancora troppo elevato secondo il professore.
COVID Italia: cosa fare adesso?
Non resta che lavorare su prevenzione ed efficienza sanitaria sul territorio a detta di Galli. Come? Rintracciando gli asintomatici, lavorando bene sui focolai, progettando il rientro a scuola con saggezza. Tra i banchi più che la mascherina, serviranno il medico scolastico, la rilevazione della temperatura e test rapidi.
Tutto questo perché, lo ha ricordato ancora l’esperto, il coronavirus non sparirà nel nulla, non è mutato e tutto dipenderà dalla diffusione dei focolai se ci saranno o no seconde ondate, anche in Italia.
E i migranti? Non sono la vera emergenza sanitaria per Galli:
“La polemica sui migranti è strumentale, c’è molto più virus in Italia di quanto possa arrivarne da loro, anche se in un mondo globalizzato ogni ingresso è rischioso”
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