L’emergenza coronavirus peserà molto sulle casse dei club di Serie A, proviamo a capire quanti soldi hanno perso a causa delle gare a porte chiuse.
Due settimane fa si era cercato in tutti i modi di evitare di disputare alcune gare di Serie A a porte chiuse. Per questo, la decisione era stata quella di rinviare molti match del campionato italiano.
Il decreto governativo firmato mercoledì dal premier Conte ha permesso di recuperare alcune sfide già nel fine settimana. L’emergenza coronavirus ha ormai stravolto il calendario, il che causerà un cospicuo danno economico per i club. Proviamo a quantificare quanti soldi hanno perso le società del calcio italiano a causa del COVID-19.
Emergenza coronavirus: partite rinviate e a porte chiuse
Nel decreto governativo firmato nella serata di mercoledì scorso per fronteggiare l’emergenza coronavirus viene specificato che fino al 3 aprile prossimo gli eventi e le competizioni sportive in tutta Italia potranno svolgersi solo in assenza di pubblico.
La Lega, che aveva preso tempo cercando di rinviare nei limiti del possibile le partite di Serie A, si è adeguata. Nel fine settimana sono state recuperate le partite inizialmente riprogrammate a maggio, tra cui il big match tra Juventus e Inter.
Parma-Spal ha aperto le danze ieri alle 13:45, poi Milan-Genoa, Sampdoria-Verona alle 15 e Udinese-Fiorentina alle 18. Il gran finale con il derby d’Italia alle 20.45, come riporta la Gazzetta dello Sport. Sassuolo-Brescia si giocherà oggi alle 18:30.
La giornata che era già stata fissata per il 7 e l’8 marzo slitterà, invece, di una settimana. Si procederà a porte chiuse almeno fino a inizio aprile. Ancora incerte, invece, le sorti della Coppa Italia. Le semifinali di ritorno Juventus - Milan e Napoli - Inter sono state rinviate. Tuttavia, se il cammino europeo dei bianconeri, dei nerazzurri e dei partenopei dovesse continuare, trovare delle date in cui disputare la coppa nazionale sarà molto complicato.
Il danno economico per i tifosi e per i club
L’inedita situazione legata al coronavirus provocherà dei danni economici ancora difficili da calcolare. Il fatto di giocare a porte chiuse andrà a penalizzare i cinque club coinvolti e i relativi tifosi. Le perdite non sono legate solamente ai mancati incassi derivanti dalla vendita dei biglietti ma a tutta la macchina economica che ruota attorno alle gare di Serie A. Ecco a quanto ammontano i mancati incassi dei club di Serie A per le sfide disputate a porte chiuse:
- Atalanta - 0,2 milioni
- Bologna - 1,2 milioni
- Brescia - 0,05 milioni
- Cagliari - 0,15 milioni
- Fiorentina - 0,4 milioni
- Genoa - 0,05 milioni
- Inter - 3,2 milioni
- Juvenuts - tra i 2 e i 4 milioni
- Lazio - 0,2 milioni
- Lecce 0,55 milioni
- Milan - 3,5 milioni
- Napoli - 0,2 milioni
- Parma - 0,5 milioni
- Roma - 1,5 milioni
- Sampdoria - 0,46 milioni
- Sassuolo - 0,2 milioni
- Spal - 0,25 milioni
- Torino - 0,52 milioni
- Udinese - 0,4 milioni
- Verona - 0,45 milioni
Le perdite sono però mitigate, come riporta La Gazzetta dello Sport, dalle minori spese per gli steward.
Sulla faccenda è intervenuto anche l’Antitrust. Il Movimento Consumatori in una nota fa sapere che «a seguito della decisione di disputare a porte chiuse le partite Milan-Genoa, Sassuolo-Brescia, Parma-Spal, Juventus-Inter e Udinese-Fiorentina, coloro che hanno acquistato biglietti o abbonamenti hanno diritto al rimborso integrale o della quota dell’abbonamento».
Le società interessate stanno mettendo in campo tutte le misure per cercare di non lasciare i tifosi con un pugno di mosche in mano. Il Milan rimborserà tutti i paganti, con una perdita di quasi 2 milioni di euro, tra incassi derivanti dal botteghino e dagli abbonamenti stagionali. Procederà così anche il Parma, con una perdita però di gran lunga inferiore che si aggira attorno ai 300 mila euro. Sassuolo e Udinese diversamente da quanto deciso dagli altri club rimborseranno solo gli abbonati.
La Juventus riflette e non è ancora chiaro come intenda muoversi. La Vecchia Signora attraverso un comunicato ha parlato di "iniziative a favore di chi è stato penalizzato economicamente dal decreto-legge a tutela della salute dei cittadini contro l’epidemia di Coronavirus”.
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