Arriva la pagella dei presidi da gennaio 2025 e che inciderà sullo stipendio: ecco cos’è e come funziona.
La pagella dei presidi arriva da gennaio 2025 e determinerà nella sua applicazione una variazione nella retribuzione dei dirigenti scolastici. Ma cos’è la pagella dei presidi, come funziona e come andrà a definire l’importo dello stipendio?
A confermare una variazione della retribuzione dei presidi con la pagella di nuova introduzione è stato lo stesso ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che ha spiegato come essa andrà ad adeguarsi al raggiungimento di determinati obiettivi.
Tra gli obiettivi, per esempio, vi sarebbe la gestione delle supplenze brevi da parte dei presidi e delle segreterie. I collaboratori dei dirigenti scolastici, tuttavia, non ci stanno e chiedono anche loro di essere valutati perché, a loro avviso, il successo dei presidi dipende anche e soprattutto dal loro lavoro e dal loro impegno a scuola.
Vediamo allora cos’è e come funziona la pagella dei presidi, come funziona il punteggio e cosa chiedono i collaboratori.
Pagella dei presidi: cos’è e come funziona
La pagella dei presidi funziona come un sistema a punti con la valutazione che andrà a determinare la differente retribuzione dei dirigenti sulla base degli obiettivi raggiunti. Gli obiettivi, come anticipa Orizzontescuola.it, saranno indicati annualmente dai Capi Dipartimento del ministero dell’Istruzione e del Merito attraverso un decreto interdipartimentale, poi assegnati dagli Usr. Il punteggio massimo, secondo le prime indiscrezioni, sarà pari a 100 e nel dettaglio:
- 80 punti per il raggiungimento degli obiettivi misurabili;
- 20 punti per l’apprezzamento professionale e organizzativo del dirigente.
Vi sono poi delle fasce di valutazione ministeriali:
- 80-100 punti: ottimo raggiungimento degli obiettivi;
- 55-79 punti: buon raggiungimento degli obiettivi;
- 31-54 punti: sufficiente raggiungimento degli obiettivi;
- 30 punti: mancato raggiungimento degli obiettivi.
La valutazione viene completata entro il mese di dicembre di ogni anno per corrispondere una somma in denaro al preside in base alla pagella e in un’unica soluzione.
Questo sistema, viene da chiedersi, non andrà a immaginare la scuola sempre di più come un’azienda? E soprattutto: è giusto che il ministero scarichi sui presidi il funzionamento di un sistema, quale quello delle supplenze per esempio, che da tempo ormai presenta problemi strutturali?
Pagella dei presidi: anche i collaboratori chiedono un riconoscimento
A chiedere un riconoscimento del lavoro svolto, e che andrebbe a definire la pagella dei presidi, sono i collaboratori dei dirigenti. Gli stessi, infatti, ritengono di contribuire in modo preponderante al raggiungimento degli obiettivi dirigenziali. I collaboratori chiedono, quindi, di essere valutati. A spiegarlo a Orizzontescuola.it è Rosolino Cicero, presidente ANCoDiS:
Faccio rilevare che i risultati conseguiti non dipendono solo dal Ds ma – non credo di poter essere smentito – dalla professionalità e dalle competenze dei loro collaboratori e di tutte le figure di sistema – la squadra dell’autonomia – oggi lasciati ai margini dell’attenzione e del Ccnl.
E conclude:
Oltre 100.000 docenti restano in attesa, consapevoli che per la quantità e la qualità del nostro quotidiano lavoro fuori dagli ambienti di apprendimento alla comunità scolastica non può bastare soltanto un bravo e competente Ds. Lascio solo immaginare cosa potrebbe accadere se decidessimo di astenerci dai nostri incarichi alla ripresa delle attività didattiche.
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