Cosa prevede il nuovo contratto scuola (e di quanto aumenta lo stipendio)

Luna Luciano

22 Febbraio 2025 - 13:22

Al via le trattative per il nuovo CCNL scuola con aumenti medi di 140 euro lordi al mese. Tuttavia, la firma finale è incerta: ecco perché.

Cosa prevede il nuovo contratto scuola (e di quanto aumenta lo stipendio)

Si torna al tavolo delle trattative per i docenti e il resto del settore dell’istruzione.

Dopo la firma del contratto per i dipendenti delle Funzioni centrali e il blocco delle trattative per gli Enti locali e la Sanità, ora tocca al comparto Istruzione e Ricerca cercare di raggiungere un nuovo accordo. Tuttavia, al momento nulla è certo: il processo negoziale è stato avviato, ma la firma finale non è ancora stata apposta.

A essere coinvolti in questa trattativa sono circa 1,2 milioni di dipendenti, tra cui professori, ricercatori, personale ATA e amministrativo. Il Ministero dell’Istruzione, guidato da Giuseppe Valditara, ha già dato il via alle discussioni con l’atto di indirizzo, mentre l’Aran, l’agenzia che negozia per conto del governo, ha convocato i sindacati per il 27 febbraio. Sul piatto ci sono 3,2 miliardi di euro di fondi per il rinnovo contrattuale, oltre a 43 milioni di euro annuali destinati alla formazione.

Nonostante queste risorse, la firma del contratto non è garantita. Le trattative potrebbero essere ostacolate da divergenze insorte tra le varie sigle sindacali, alcune delle quali hanno già bloccato gli accordi in altri settori. Scopriamo di quanto potrebbe aumentare lo stipendio, quali sono i benefici per i lavoratori e quali possono essere gli ostacoli che impediranno la firma del contratto nazionale.

CCNL Scuola, ecco cosa prevede e di quanto aumenta lo stipendio

Il nuovo Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) per la scuola prevede diverse novità per il personale docente e non docente. Innanzitutto, è previsto un aumento medio dello stipendio di circa 140 euro lordi al mese per tutti i dipendenti del comparto. Per i docenti, l’incremento sarà leggermente superiore, attestandosi intorno ai 150 euro lordi mensili.

Oltre agli aumenti salariali tabellari, il contratto introduce un sistema di incentivi economici basato sulla meritocrazia. I docenti potranno accedere a premi economici una tantum e, successivamente, a un assegno annuale fisso, a condizione che completino con successo percorsi di formazione triennali. Questo sistema punta a valorizzare i docenti che assumono funzioni aggiuntive rispetto all’insegnamento tradizionale, come tutor, orientatori e collaboratori del dirigente scolastico.

Un elemento centrale del nuovo contratto è proprio la formazione triennale. I docenti di ruolo che partecipano a questi corsi e superano la valutazione finale potranno ricevere un incentivo economico variabile tra il +10% - +20% dello stipendio. Dopo due cicli triennali positivi, il docente avrà diritto a un assegno strutturale annuale, con ulteriori premi variabili basati sull’effettivo impiego nelle attività di supporto scolastico.

Infine, il contratto prevede particolari attenzioni per i docenti che operano in contesti scolastici disagiati dal punto di vista sociale ed educativo, prevedendo incentivi economici e forme di supporto aggiuntive per chi lavora in aree problematiche.

CCNL Scuola, quali possono essere gli ostacoli per la firma finale?

Nonostante le proposte di aumenti salariali e incentivi, la firma del nuovo CCNL per la scuola è tutt’altro che scontata. Uno dei principali ostacoli riguarda le divisioni tra i sindacati. Alcune sigle, come la Cgil e la Uil, si sono già opposte agli accordi per altri comparti pubblici, bloccando il rinnovo dei contratti per gli Enti locali e la Sanità. Nel settore dell’istruzione, queste due sigle rappresentano oltre il 40% del totale, il che potrebbe rendere difficile la firma del contratto se decidessero di opporsi.

Dall’altra parte, la Cisl e lo Snals-Confsal, che insieme rappresentano circa il 40% del personale scolastico, sembrano più favorevoli al rinnovo. La decisione finale potrebbe quindi dipendere dai sindacati minori, come Cgs e Cisal, che insieme detengono circa il 16% delle rappresentanze. Se questi ultimi decidessero di unirsi al fronte del “no”, il contratto rischierebbe di saltare.

Un altro elemento critico riguarda le risorse economiche. Sebbene siano stati stanziati 3,2 miliardi di euro, le sigle sindacali potrebbero ritenere gli aumenti insufficienti, specialmente considerando l’inflazione e il costo della vita in crescita. Inoltre, il nuovo sistema di incentivi legato alla formazione potrebbe non essere ben accolto da tutti i docenti, specialmente da coloro che vedono nei corsi triennali un ulteriore carico di lavoro senza garanzie di aumenti significativi.

Infine, il contesto politico e le possibili elezioni future potrebbero influenzare le trattative. Se il governo dovesse subire cambiamenti o se la pressione dei sindacati aumentasse, la firma del contratto potrebbe subire ritardi o addirittura essere rinviata a data da destinarsi. La partita, quindi, è ancora aperta e il destino del nuovo CCNL per la scuola resta incerto.

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