La famiglia Zhang ha tempo fino a lunedì per ripianare il debito con Oaktree: il futuro dell’Inter così dipenderà dal possibile accordo con Pimco per un prestito da circa 430 milioni.
La situazione in casa Inter è paradossale: da un lato ci sono tutti i festeggiamenti per la vittoria dello Scudetto della seconda stella, domenica in casa contro la Lazio verrà alzato al cielo il trofeo, mentre dall’altro ci sono le preoccupazioni della famiglia Zhang che rischia di perdere il controllo del club dopo averlo riportati ai fasti di un tempo.
Più che i rinnovi di Lautaro Martinez o di Nicolò Barella, ad agitare i sonni della proprietà cinese dell’Inter c’è il debito contratto nel 2021 con Oaktree che deve essere ripagato entro lunedì: a fronte di un prestito da 275 milioni concesso tre anni fa ottenendo in pegno il 68,55% delle azioni del club, la società californiana adesso è in attesa di un assegno da 375 milioni interessi compresi.
A causa delle ben note problematiche in patria, la famiglia Zhang al momento non ha la possibilità di ripagare Oaktree e così rischierebbe seriamente di perdere per 375 milioni il controllo di un club come l’Inter che, di recente, è stato valutato oltre il miliardo di euro.
In questo scenario l’ancora di salvataggio per Steven Zhang si chiama Pimco, altro fondo californiano che sarebbe pronto a concedere un prestito da 430 milioni al presidente nerazzurro, permettendogli così di ripagare il debito con Oaktree e di mantenere il controllo del club meneghino.
Cosa rischia l’Inter senza il prestito da Pimco
Chiariamo subito le cose: questo intrigo finanziario non pone l’Inter a rischio penalizzazione oppure ancora peggio di un fallimento, ma riguarda esclusivamente chi martedì prossimo avrà in mano la maggioranza delle quote del club.
Nei giorni scorsi la famiglia Zhang avrebbe raggiunto un accordo con Pimco: prestito da 430 milioni da restituire in tre anni e con interessi vicini al 12% stando a quanto riporta la Gazzetta dello Sport.
Se così fosse l’Inter resterebbe in mano alla famiglia Zhang, con la proprietà cinese che potrebbe continuare il lavoro svolto finora, programmare la prossima stagione che vedrà i nerazzurri protagonisti anche del nuovo Mondiale per Club e, magari, intessere con più calma delle trattative per cedere la società - ci sarebbero i sauditi in prima fila - per una cifra intorno al miliardo.
Al contrario, se invece non dovesse arrivare la fumata bianca con Pimco ecco che il 68,55% delle quote dell’Inter finirebbe in mano a Oaktree, per un’operazione simile a quella che nel 2018 ha portato il fondo Elliott a ottenere il controllo del Milan a causa di un debito non ripagato dal controverso Li Yonghong.
Proprio Oaktree sempre secondo la Gds si sarebbe messo di traverso utilizzando “tutti gli strumenti giuridici in suo possesso - non fornendo alcune informazioni chiave e ponendo delle difficoltà tecniche, burocratiche e legali - per ostacolare l’operazione nella speranza di ottenere il rifinanziamento del club”.
“Visti gli ottimi risultati finanziari (aumento netto dei ricavi) e sportivi del club - si legge ancora -, Oaktree nel frattempo sarebbe però tornata alla carica con una manovra speculativa per restare legata al nerazzurro”.
La strategia di Oaktree appare essere facilmente intuibile: con un prestito da 275 milioni potrebbe ottenere il 68,55% delle quote dell’Inter che vale quasi cinque volte di più. In più i conti dei nerazzurri sono in grande miglioramento, la squadra ha dominato in Serie A ed è competitiva anche in Europa e il brand del Biscione a livello globale è in forte ascesa.
Insomma Oaktree non vorrebbe uscire di scena, mentre la famiglia Zhang dopo i tanti soldi spesi e l’ottimo lavoro fatto sul piano sportivo non vuole adesso vedersi soffiare da sotto il naso il controllo del club. Arrivati a questo punto per capire quale sarà il futuro dell’Inter non resta che aspettare l’inizio della prossima settimana, momento in cui sarà più chiara la situazione dei nerazzurri.
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