Scandalo calcioscommesse, quali conseguenze per calciatori e società? Le norme della giustizia penale e sportiva.
Scandalo calcioscommesse sulla Serie A: indagati Nicolò Fagioli (Juventus), Sandro Tonali (Newcastle) e Nicolò Zaniolo (West Ham) che adesso rischiano una squalifica di minimo 3 anni compromettendo così la loro carriera.
E non sono i soli: secondo le notizie circolate in queste ore in totale sono almeno 10 i nomi su cui stanno indagando gli inquirenti in quanto presenti nelle chat sequestrate a Nicolò Fagioli.
È lecito quindi chiedersi cosa rischiano Fagioli, Tonali, Zaniolo, e gli altri giocatori che eventualmente verranno coinvolti nell’indagine, laddove le accuse nei loro confronti dovessero essere confermate, nonché quali potrebbero essere le conseguenze per le società con cui sono tesserati.
Dall’ammenda alla squalifica, senza dimenticare poi le conseguenze penali visto che l’accusa, almeno quella mossa nei confronti di Fagioli, riguarda anche l’aver scommesso su siti illegali.
Facciamo il punto della situazione analizzando tutti i risvolti della vicenda calcioscommesse che a quanto pare ha ancora molto da dire.
Quali sono le accuse
Partiamo dal capire bene quali sono le accuse: almeno per il momento non sembra esserci alcuna ipotesi di combine: nessuna partita truccata, quindi, il che di fatto mette al riparo le società da gravi sanzioni dal punto di vista sportivo.
Gli inquirenti della procura di Torino, infatti, stanno indagando su alcuni siti illegali di scommesse ai quali si sarebbero rivolti anche alcuni calciatori, tra cui Nicolò Fagioli appunto. Vale la pena ricordare, infatti, che in Italia costituisce reato tanto organizzare quanto partecipare ad attività di gioco d’azzardo non riconosciute a livello nazionale.
Da qui poi si parte anche per valutare eventuali violazioni della giustizia sportiva. Se in ambito penale non ha rilevanza quali sono le discipline su cui i calciatori hanno scommesso, in quanto la violazione riguarda solamente l’aver utilizzato la piattaforma illegale, per la giustizia sportiva non è così in quanto vige il divieto assoluto di scommettere sullo sport che si pratica. Niente scommesse, quindi, sul calcio, per tutte le competizioni organizzate da Fifa, Uefa e Figc.
Sempre il Codice sportivo stabilisce poi che coloro che vengono a conoscenza di una violazione delle norme che vietano le scommesse sul calcio devono denunciare prontamente alle autorità. Anche su questo aspetto dovrà quindi indagare la Procura federale, accertando l’eventuale responsabilità degli altri compagni di squadra o di qualsiasi tesserato.
Cosa rischiano Fagioli, Tonali, Zaniolo e gli altri calciatori indagati per calcioscommesse
Va detto che per adesso è la posizione di Nicolò Fagioli a essere la più chiara: come spiegato dai legali del centrocampista della Juventus, infatti, è stato lui stesso ad autodenunciarsi alla Procura federale confermando di aver “scommesso anche sulle partite”. Da valutare, invece, la posizione di Tonali e Zaniolo, in quanto da parte dei due non vi è stata alcuna conferma e non sono neppure chiari i risvolti dell’indagine.
Analizziamo quindi genericamente cosa rischia un calciatore che scommette sulle partite (senza combinarle).
In ambito penale, laddove lo avesse fatto su un sito illegale, ci sarebbe una sanzione per partecipazione a giuochi d’azzardo (articolo 720 del Codice penale), punita con l’arresto fino a 6 mesi e un’ammenda fino a 516 euro. Pena che tuttavia può aumentare per coloro che hanno scommesso grosse somme.
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Cosa rischia chi scommette su siti illegali?
Se sul piano penale, quindi, non dovrebbero esserci conseguenze rilevanti, discorso molto differente su quello sportivo. L’articolo 24 del Codice di Giustizia sportiva, infatti, “vieta di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, anche presso i soggetti autorizzati a riceverle, che abbiano a oggetto risultati relativi a incontri ufficiali organizzati nell’ambito della FIGC, della FIFA e della UEFA”, punendo i trasgressori con la squalifica non inferiore a 3 anni e all’ammenda non inferiore a 25.000 euro.
I tesserati che invece sono venuti a conoscenza in qualunque modo della suddetta violazione e non hanno informato la Procura federale, rischiano la sanzione dell’inibizione o della squalifica non inferiore a 6 mesi e dell’ammenda non inferiore a 15 mila euro.
Cosa rischiano le società
Le società rischiano solamente laddove venga accertata la responsabilità diretta.
In tal caso le sanzioni possibili sono:
- penalizzazione di uno o più punti in classifica; se la penalizzazione sul punteggio è inefficace in termini di afflittività nella stagione sportiva in corso è fatta scontare, in tutto o in parte, nella stagione sportiva seguente;
- retrocessione all’ultimo posto in classifica del campionato di competenza o di qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria; la retrocessione all’ultimo posto comporta comunque il passaggio alla categoria inferiore;
- esclusione dal campionato di competenza o da qualsiasi altra competizione agonistica obbligatoria, con assegnazione da parte del Consiglio federale ad uno dei campionati di categoria inferiore;
- non assegnazione o revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia o di vincente del campionato, del girone di competenza o di competizione ufficiale.
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