La crescente minaccia alla rete nascosta di cavi che alimenta Internet

Alessandro Nuzzo

17 Agosto 2024 - 15:33

La maggior parte delle connessioni internet viaggiano su cavi sottomarini. Per questo non mancano le insidie.

La crescente minaccia alla rete nascosta di cavi che alimenta Internet

Quando pensiamo ad internet, pensiamo a qualcosa di astratto che viaggia nell’etere. Un pensiero dettato anche dal fatto che ad oggi la maggior parte delle connessioni internet non avvengono più con il classico cavo LAN, ma avvengono senza fili tramite la tecnologia wireless. E invece bisogna sapere che quasi tutto il traffico internet, che sia quella usata per navigare sul browser, per guardare film, eventi o per chattare, viaggia su cavi in fibra ottica posizionati sul fondale oceanico. È in questo modo che le informazioni viaggiano da una parte all’altra del globo ed è in questo modo che le isole vengono connesse con le altre nazioni.

Si stima che ci siano quasi 1,5 milioni di km di cavi sotto il mare che trasportano la connessione da una parte all’altra del globo. La maggior parte di questi cavi si trovano nell’Oceano Atlantico settentrionale e collegano gli Stati Uniti e l’Europa. Nel 2023 erano circa 500 i cavi posizionati sul fondale oceanico concentrati sopratutto nei pressi dei centri economici più importanti e più popolari. Avere cavi sottomarini su cui viaggia la connessione internet, ad oggi fondamentale, è un qualcosa che apre ad una certa vulnerabilità che può causare non pochi problemi.

Esempio emblematico è stata l’isola di Tonga che nel 2022 è rimasta totalmente isolata dal resto del mondo a seguito della rottura del cavo sottomarino che collegava l’isola alla terraferma. Rottura dovuta all’eruzione di un vulcano sottomarino che provocò onde di tsunami nel vicino arcipelago di Tonga e ricoprì di cenere le sabbie coralline bianche dell’isola. Tonga rimase per giorni isolata senza connessione con tutti i danni che ne sono scaturiti da un punto di vista sopratutto economico.

Basare la connessione su cavi oceanici rappresenta un rischio

Ad oggi basare la connessione su cavi oceanici rappresenta un rischio. Squali, pesca aggressiva, ancore delle navi mettono a repentaglio la connessione internet ogni giorno. Un passo falso e questi cavi possono saltare causando tanti problemi. Anche perché poi non si tratta di cavi protetti ma sono cavi poco più spessi di un tubo flessibile e protetti soltanto dall’acqua. Per questo è molto facile tranciarli. C’è però un altro problema di sicurezza che in epoca moderna dove le guerre imperversano nel mondo, non è da sottovalutare.

Insidia sabotaggio

Il fatto che in fondo all’oceano viaggiano informazioni riservate anche di paesi potenze mondiali come Stati Uniti, Cina, Russia, apre a scenari di sabotaggio. Già nel 2017, i funzionari della NATO hanno riferito che i sottomarini russi avevano intensificato la sorveglianza dei cavi Internet nell’Atlantico settentrionale e nel 2018, l’amministrazione Trump ha sanzionato una società russa che avrebbe fornito «capacità sottomarine» a Mosca, con l’obiettivo di monitorare la rete sottomarina.

Prendere di mira i cavi internet è un’arma che la Russia ha da tempo nel proprio arsenale. Anche quando scoppiò la guerra in Crimea nel 2014, Putin tagliò il cavo principale dell’isola lasciando la zona senza connessione. Ottenne il controllo dell’infrastruttura internet, consentendo al Cremlino di diffondere disinformazione.

Anche gli Stati Uniti e i loro alleati hanno espresso seria preoccupazione per il fatto che gli avversari potrebbero intercettare i cavi sottomarini per ottenere informazioni personali, dati e comunicazioni. Insomma bisogna fare attenzione e iniziare a valutare soluzioni diverse per la connessione internet, magari satellitare.

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