È fissata a oggi 15 ottobre la scadenza delle tasse per chi detiene criptovalute, inclusi i Bitocin. Basta compilare il quadro RT della dichiarazione dei redditi e inviarlo. Scopri come fare.
Le criptomonete rappresentano un asset molto importante, anche in Italia, considerando il numero di investitori che hanno scelto di puntare su queste valute digitali. Un numero molto alto, che deve ovviamente fare i conti anche con il pagamento delle tasse, obbligatorio per le criptovalute (inclusi i Bitcoin). La scadenza ultima è martedì 15 ottobre 2024: entro oggi si dovrà infatti compilare il quadro RT del modello della dichiarazione dei redditi e inviarlo. Per semplificare le operazioni, all’interno del suddetto modello è possibile trovare una sezione apposita per le attività legate al mondo crypto.
Dichiarazione criptomonete 2023: scadenza 15 ottobre 2024
Come anticipato, martedì 15 ottobre rappresenta l’ultimo giorno utile per dichiarare i proventi e le plusvalenze ottenute nel 2023 grazie alle operazioni inerenti alle criptomonete. Si tratta di una regola che vale per ogni valuta digitale, il che comprende non solo i Bitcoin e gli Ethereum, ma anche i ben noti NFT (ovvero i token non fungibili), gli utility token e i security token. Come si deve procedere? Nel modello redditi è presente il quadro RT, che dovrà essere compilato correttamente nella sezione dedicata alle cripto-attività. A tal proposito è bene specificare un fatto: l’inserimento di questo quadro autonomo si è reso necessario ai fini di legge.
Non è infatti possibile compensare le minusvalenze ottenute in altre attività finanziarie con le plusvalenze derivanti dalle criptomonete, in quanto trattasi di un settore autonomo. E lo stesso discorso vale a parti invertite. Poi, per chi ha la necessità di calcolare con esattezza l’ammontare delle tasse sulle criptomonete in valuta corrente, ci sono degli strumenti utili come questo convertitore Bitcoin euro, che include anche alcuni dati e statistiche interessanti. Tornando alle tasse da pagare, ci sono altri spunti che qualsiasi investitore italiano dovrebbe conoscere. Anche alla luce del fatto che in Italia si trovano circa 2,2 miliardi di criptovalute nel portafoglio degli investitori tricolori.
Pagamento delle imposte: altre informazioni utili
Un’informazione primaria è la seguente: si ha l’obbligo di pagare le imposte sulle plusvalenze derivate dalle criptomonete nel 2023 solo se si è superata la franchigia di 2.000 euro. Inoltre, sono esenti da dichiarazione le cripto-attività non realizzate nel concreto, dunque non convertite in euro. Per quel che riguarda l’ammontare delle tasse, si parla di una ritenuta del 26% che deve essere pagata sulla somma che eccede la franchigia appena citata: si tratta di un’informazione che proviene direttamente dall’Agenzia delle Entrate, quindi ufficiale.
Cosa accade, invece, se le plusvalenze dovute alle criptovalute ed effettivamente realizzate non superano i 2.000 euro? In quel caso non si devono pagare le tasse, non essendo presente un’eccedenza. Anche le plusvalenze ottenute tramite uno strumento di risparmio come gli ETP non devono essere dichiarate, perché è già stata effettuata la trattenuta fiscale.
Un ulteriore caso riguarda le commodity crypto in regime amministrato: se si eseguono queste operazioni tramite un portale, è il portale stesso che si occuperà delle tasse in quanto agirà come sostituto d’imposta. In altre parole, le plusvalenze in tal caso vengono caricate sul conto non al lordo ma al netto della ritenuta fiscale.
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