Dopo l’exploit di Trump su una riserva strategica in criptovalute, i prezzi delle valute digitali sono schizzati alle stelle. Il boom del mercato crypto continua? Ecco cosa sta succedendo.
Il “ciclone Trump” si è abbattuto anche sul prezzo delle criptovalute.
Dopo aver subito un crollo massiccio a febbraio, i mercati delle crypto si sono infatti ripresi domenica 2 marzo in seguito all’annuncio del tycoon sulla creazione di una riserva strategica nazionale in valute digitali. Trump ha scritto su Truth Social che un gruppo di lavoro avrebbe iniziato a progettare il piano per facilitare gli acquisti federali strategici di Bitcoin, Ethereum e altre tre criptovalute più piccole.
La reazione del mercato è stata immediata e degna di nota: i prezzi delle valute sopra menzionate sono letteralmente esplosi. La criptovaluta Cardano è aumentata temporaneamente fino al 63% in poche ore, XRP di circa il 30% e Solana di oltre il 25%. Anche Bitcoin ed Ether, attualmente le criptovalute più preziose, hanno registrato aumenti di prezzo significativi, superiori al 10%.
L’annuncio di Trump di domenica ha fatto crescere non solo lee crypto sopra menzionate, ma anche la maggior parte delle altre. Il valore dell’intero mercato è aumentato temporaneamente di oltre l’11%, ovvero di oltre 300 miliardi di euro, nel tardo pomeriggio e in serata di domenica.
Tuttavia, l’entusiasmo si è smorzato presto. Lunedì 3 marzo i prezzi della maggior parte delle criptovalute erano nuovamente scesi e dopo circa tre giorni dall’euforia per le riserve, le valute digitali viaggiano su livelli di prezzi inferiori.
Cosa sta davvero succedendo al prezzo delle crypto e qual è l’effetto Trump? C’è cautela.
Prezzo criptovalute torna volatile dopo l’euforia Trump
L’annuncio di riserve USA in criptovalute non ha generato un entusiasmo duraturo sui prezzi delle crypto scelte dal tycoon per l’ambizioso e inedito progetto.
Tutte e 5 le valute digitali menzionate, infatti, hanno ampiamente ridimensionato i loro guadagni stellari conquistati in poche ore. Nella mattinata del 5 marzo scambiano ancora tutte in rialzo, ma i loro prezzi sono scesi dalle soglie raggiunte domenica sera.
L’ottimismo sulla valuta digitale dopo il post di Trump di domenica su Truth Social si è trasformato in cautela, mentre i partecipanti al mercato attendono maggiori dettagli su questa iniziativa.
Osservando i prezzi della tarda mattinata di mercoledì 5 marzo, la criptovaluta più grande al mondo, il Bitcoin, è scesa di circa il 5% rispetto a domenica. Ether ha perso il 10% nello stesso arco di tempo e XRP quasi il 14%. Il prezzo di Solana ha perso il 16% e Cardano il 10%.
La promessa di Trump di una riserva strategica ha senza dubbio generato entusiasmo nel settore delle criptovalute, che nelle ultime settimane ha languito. Bitcoin è sceso di oltre il 17% a febbraio, il suo più grande calo percentuale mensile da giugno 2022. Ha perso più di un terzo del suo prezzo da quando ha raggiunto i 105.000$ all’inizio di gennaio.
La sua ripresa dopo l’elezione di Trump a novembre è stata stimolata dall’ottimismo sul fatto che avrebbe sostenuto un fondo strategico nella regina delle crypto e posto fine alla repressione dell’ex presidente Joe Biden.
“Ironicamente, una valuta che è stata progettata per essere isolata dall’interferenza del governo e decentralizzata, ora dipende dal governo degli Stati Uniti per le sue fortune”, ha affermato Kathleen Brooks, direttrice della ricerca presso XTB, ribadendo che il livello di 100.000$ è un obiettivo per il Bitcoin.
A parte una serie di nomine di funzionari favorevoli alle criptovalute dopo l’insediamento di Trump, finora però ci sono state poche notizie concrete su questa politica per gli investitori.
Inoltre, alcuni analisti fanno notare che le criptovalute si sono dimostrate altamente volatili durante i recenti conflitti geopolitici, come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. E l’acquisto di Bitcoin da parte del governo degli Stati Uniti potrebbe effettivamente minacciare il valore globale del dollaro, affermano degli esperti.
Ora, tutti gli occhi sono puntati sul White House Crypto Summit del 7 marzo. Il crypto zar di Trump, David Sacks, rivela che i dettagli riguardanti la Strategic Crypto Reserve saranno svelati all’evento, il che potrebbe innescare una ripresa del mercato.
Prezzi crypto, perché l’effetto Trump sta già finendo
Un velo di scetticismo è calato sulla proposta in pompa magna di Trump di creare una riserva strategica in criptovalute. Perché?
L’annuncio ha attirato critiche da parte degli economisti e persino di alcuni dei più grandi sostenitori delle valute digitali. Gli Stati Uniti hanno una lunga storia di creazione di riserve strategiche in asset chiave come il petrolio, al fine di garantire l’accesso e stabilizzare i prezzi in tempi di crisi.
Ma questa riserva di criptovalute sembra fondamentalmente diversa per natura, perché non si basa sull’importanza dell’asset per la nazione, ma sull’idea che i suoi prezzi aumenteranno in futuro, secondo Stephen Cecchetti, economista e professore alla Brandeis International Business School che ha paleesato un tono scettico sulle criptovalute per diversi anni.
Cecchetti ha definito “assurda” l’idea di una riserva strategica di criptovalute, poiché significherebbe acquistare attività rischiose con leva finanziaria nella speranza di rendere più facile il rimborso del debito.
L’analista di mercato di IG Tony Sycamore ha scritto che l’annuncio di Trump ha suscitato preoccupazione.
I finanziamenti per gli acquisti di criptovalute nella riserva potrebbero provenire dai contribuenti statunitensi. In alternativa, potrebbero provenire da valute digitali sequestrate in azioni delle forze dell’ordine, ha detto, il che non è “neanche lontanamente rialzista in quanto rappresenta semplicemente un trasferimento tra conti piuttosto che un nuovo acquisto che entra nel mercato”.
Anthony Pompliano, fondatore e amministratore delegato di Professional Capital Management, nonché uno dei maggiori investitori in criptovalute, ha dichiarato lunedì in una lettera ai suoi clienti di non essere favorevole a una riserva strategica di crypto.
Sebbene Solana sia la nostra seconda posizione in criptovaluta più grande e vari titoli azionari pubblici in mio possesso siano fortemente correlati alle Altcoin, penso ancora che questa decisione su un’ampia riserva strategica di criptovalute sia un errore di cui ci pentiremo in futuro, ha spiegato agli investitori.
“La politica emergente sembra essere un insieme casuale di strumenti speculativi che arricchiranno gli addetti ai lavori e i creatori di queste monete a spese dei contribuenti statunitensi”, ha aggiunto.
Cameron e Tyler Winklevoss, che gestiscono il crypto exchange Gemini, hanno dichiarato di aver espresso preoccupazione per la riserva. Solo il Bitcoin, a loro avviso, soddisfa i requisiti per un deposito di valore come asset di riserva, ma non erano sicuri delle altre criptovalute.
In sintesi, l’effetto Trump potrebbe essere un boomerang. Al momento, i prezzi delle crypto sembrano dover trovare altri driver per ritornare alle stelle.
© RIPRODUZIONE RISERVATA