Il patron di Tesla di è dichiarato contrario alla regolamentazione degli scambi con criptovalute, posizione in contrasto con quella della Sec.
Elon Musk ancora protagonista nel mondo delle criptovalute con le sue ultime dichiarazioni sull’ipotesi di regolamentare il mercato delle valute digitali.
“Direi che non si deve fare nulla”, rispondeva il patron di Tesla ad una domanda posta da Kara Swisher del New York Times circa la necessità di stabilire delle regole agli scambi che coinvolgono le cripto, sulla quale si sta discutendo negli Stati Uniti.
Musk ha poi aggiunto che secondo lui “non è possibile distruggere” le criptovalute, ma i “governi possono rallentare il loro avanzamento nella società”.
L’opinione di Elon Musk sulle criptovalute
Tesla aveva annunciato ad inizio 2021 di aver acquistato 1,5 miliardi di dollari di Bitcoin e con la crescita del suo prezzo, il patrimonio detenuto è aumentato a 2,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre.
Il suo Ceo spesso aveva sostenuto le criptovalute su Twitter e dopo il Bitcoin aveva virato sul Dogecoin, provocando anche forte volatilità sulle sue quotazioni.
Per quanto riguarda il futuro, secondo Musk le valute digitali possono “ridurre potenzialmente errori e latenze nei sistemi monetari ufficiali”, anche se ha riconosciuto che queste “non hanno tutte le risposte ai mali della società”.
“Non mi definirei un grande esperto di criptovalute”, riconosceva Musk, aggiungendo che per quanto ci sia del valore in questo settore, “non si tratta della seconda venuta del Messia”.
La Sec e la regolamentazione del Far West
Il dibattito sulla necessità di una regolamentazione delle criptovalute si sta facendo sempre più acceso in questi mesi e la Securities and Exchange Commission (Sec), la Consob americana, aveva parlato di porre un freno ad una situazione che definiva come un nuovo Far West.
Il Presidente della Sec, Gary Gensler, aveva fatto riferimento alla Wildcat Banking Era, un periodo della storia americana dell’ottocento nel corso del quale le banche operavano indisturbate senza un controllo federale.
In particolare, sottolineava la necessità di difendere gli investitori, lottare contro le attività illecite e mantenere la stabilità finanziaria, elementi del tutto mancanti in un mercato da due miliardi di dollari fuori da qualunque controllo.
“Se si effettua un ordine su una app ci sono regole che ti proteggono, che impediscono ad altri di usare il tuo ordine e anticiparti. Quindi, si tratta di cercare di portare sugli exchange di crypto asset protezioni simili a quelle che ci si attende sul New York Stock Exchange o sul Nasdaq”, era il ragionamento.
Visto che la maggior parte degli scambi effettuati con token digitali riguarda titoli, questi scambi dovrebbero essere comunicati alla Sec, proponeva Gensler.
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