Una crisi economica mondiale non è così lontana come si potrebbe pensare

Luna Luciano

05/11/2023

L’inflazione è diminuita. Sembra quindi che l’economia stia rispondendo bene alla crisi politica e climatica. Ma non è così, una crisi economica mondiale potrebbe non essere così lontana: ecco perché.

Una crisi economica mondiale non è così lontana come si potrebbe pensare

Mentre infuriano le guerre in Palestina e Ucraina e il clima politico internazionale è sempre più teso, apparentemente l’economia mondiale gode di un periodo positivo, ma stando agli esperti questo potrebbe solo essere la quiete prima della tempesta.

Se al momento l’economia statunitense chiude in positivo il terzo trimestre, crescendo a un ritmo annualizzato sorprendente del+4,9% e in tutto il resto del mondo si registra il calo dell’inflazione è in calo, una crisi economica globale potrebbe nascondersi dietro l’angolo.

E a dirlo sono gli esperti dell’Economist. La testata statunitense, infatti, spiega che le basi della crescita economica odierna sono del tutto instabili. I tassi di interesse più elevati, che dovrebbero persistere nel tempo, potrebbero infatti provocare una recessione e mettere a dura prova la sostenibilità del debito pubblico.

Ma quali sono i fattori che potrebbero portare a una crisi economica mondiale? E soprattutto c’è possibilità di porvi rimedio con le nuove tecnologie, come sostengono i più ottimisti? È opportuno sciogliere ogni dubbio. Di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Crisi economica mondiale non così lontana: ecco perché

Per comprendere perché le condizioni favorevoli di oggi non possono sostenere l’economica globale a lungo andare, occorre prendere in considerazione tre fattori di rischio, benché alcuni di loro al momento stiano producendo temporaneamente degli effetti positivi sull’economia statunitense.

  • Il calo dei risparmi in eccesso dei consumatori. I consumatori al momento hanno speso il denaro accumulato durante la pandemia e ci si aspettava che quei risparmi fossero ormai esauriti. Ma dati recenti suggeriscono che le famiglie hanno ancora 1 trilione di dollari rimasti. Tuttavia, questi risparmi si possono rapidamente esaurire e, quando saranno terminati, i consumatori saranno costretti a ridurre la loro spesa a causa degli alti tassi di interesse.
  • L’aumento dei tassi di interesse. I tassi di interesse più elevati renderanno più costoso finanziare le attività economiche e ridurranno la domanda di beni e servizi. Inoltre, potrebbero causare il fallimento delle imprese. Alcune aziende, che hanno bloccato i tassi bassi, emettendo debiti a lungo termine dovranno nel tempo affrontare costi di finanziamento più elevati. E in Europa e negli Stati Uniti si sono già registrati gli aumenti dei fallimenti delle imprese. I prezzi delle case diminuiranno in quanto risponderanno ai mutui più cari. E le banche che detengono titoli a lungo termine – che sono stati sostenuti da prestiti a breve termine, anche da parte della Fed – dovranno raccogliere capitali o fondersi per coprire i buchi nei loro bilanci causati dall’aumento dei tassi.
  • L’ insostenibilità del debito pubblico. Il debito pubblico di molti Paesi ha raggiunto livelli record durante la pandemia. Con tassi di interesse più elevati, i costi di finanziamento del debito aumenteranno, mettendo a dura prova le finanze pubbliche. Un esempio? L’Economist non può non guardar all’Italia, scrivendo che le partecipazioni delle obbligazioni finanziarie (bondholdings) della BCE stanno sbilanciando il debito pubblico italiano. Se ne deduce che l’economia italiana è vulnerabile all’aumento dei tassi di interesse e presenta ormai un deficit del pubblico elevato.

È quindi difficile immaginare come l’economia mondiale possa riuscire a evitare una recessione, mantenere l’inflazione bassa, gestire debiti elevati e tassi di interesse elevati, tutto contemporaneamente.

È più probabile, conclude l’analisi dell’Economist che l’era dei tassi di interesse più elevati si autodistrugga, provocando una debolezza economica globale che consentirà alle banche centrali di tagliare i tassi senza che l’inflazione aumenti vertiginosamente.

L’Intelligenza artificiale può risolvere una crisi economica globale?

Se è vero che i presupposti che possono condurre a una crisi economica mondiale ci siano, c’è chi guarda ottimisticamente ai nuovi strumenti che si hanno a disposizione come l’Intelligenza artificiale generativa (IA), la quale potrebbe produrre una crescita della produttività.

Basterebbe guardare i dati pubblicati il 2 novembre negli Stati Uniti per poter comprendere il potenziale dell’Intelligenza artificiale. I dati dimostrano che la produttività degli Stati Uniti è aumentata nel terzo trimestre grazie all’IA, infatti, se non fosse stato per l’aumento delle valutazioni di sette aziende tecnologiche - tra cui Microsoft e Nvidia - l’indice S&P 500 (lo Standard & Poor 500 è il più importante indice azionario statunitense) delle azioni americane sarebbe sceso quest’anno.

Il potenziale dell’IA di portare a ulteriori guadagni può spiegare perché l’era dei tassi di interesse più elevati non ha finora colpito i mercati azionari, in quanto rende più sopportabili i tassi più elevati.

Tuttavia, bisogna prendere in considerazione alcuni aspetti. Il primo tra tutti è che alcuni esperti temono che investire nell’IA sia un rischio a causa delle somiglianze con la bolla speculativa come nel 1999, ma non solo. Se è vero che i guadagni dovuti agli investimenti nell’IA possono rendere sopportabili i tassi, bisogna prendere in considerazione cosa sta accadendo al di fuori del contesto prettamente economico. Come spiega l’Economist: “I governi distorcono sempre più i mercati con la politica industriale. La spesa pubblica sta crescendo come quota dell’economia con l’invecchiamento della popolazione”.

Senza contare la transizione ecologica e i conflitti bellici in corso in Ucraina, in Palestina e non solo che richiedono maggiori spese per la difesa. Di fronte a tutto questo, chiunque è pronto a scommettere che l’economia mondiale possa continuare ad andare avanti in questo modo (insostenibile) senza correre ai ripari modificando l’apparato capitalistico produttivo, corre il rischio di rimaner deluso.

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