Si ha un periodo di crisi economica quando fattori esterni o interni (o un mix di entrambi) portano ad una contrazione sostanziale della crescita di uno Stato, quindi del PIL.
La crisi economica sottende il passaggio, brusco o regolare, da una condizione di crescita ad una di recessione. Sono diversi i fattori che richiamano al preludio di una crisi economica: i più evidenti sono l’aumento della disoccupazione, la contrazione dei prezzi, dei salari e, naturalmente, dei profitti.
Le crisi economiche accompagnano lo sviluppo capitalistico fin dagli albori. Gli storici marxisti ritengono la capacità del capitalismo di produrre crisi economiche come un valore intrinseco al capitalismo stesso.
Nel corso del XX, ad eccezione delle guerre mondiali (che hanno rappresentato lo stato di crisi per eccellenza) si sono avute diverse crisi economiche: tra le più cruente (e di ordine globale) è possibile rammentare la crisi del ‘29 e quella del 2008, che da crisi finanziaria è presto divenuta pura crisi economica. Entrambe, va detto, nascono negli USA, sebbene la struttura del sistema finanziario internazionale ha finito per estendere la crisi, come per osmosi, a quattro angoli del globo.