Un noto investitore statunitense ne è convinto: sta per arrivare una “recessione rurale rossa” che potrebbe segnare la fine di Donald Trump. O quasi.
Una nuova minaccia recessiva si abbatte sull’economia degli Stati Uniti.
Ad esserne convinto è Mark Cuban, noto imprenditore e investitore miliardario statunitense, che prospetta al mondo una nascente e potenziale crisi economica nell’America rurale. Un processo che ha soprannominato “recessione rurale rossa”.
Il motivo? Un effetto a catena che parte dagli enormi tagli al bilancio, passa per i licenziamenti della forza lavoro federali e finisce con la cessazione di sovvenzioni e contratti, che sta colpendo in modo sproporzionato le città, i paesi e gli Stati più piccoli. Gli stati “rossi”, quelli che hanno votato per Donald Trump alle elezioni USA 2024.
Cuban, in un post su BlueSky Social pubblicato venerdì, ha quindi deciso di lanciare l’allarme.
Il tutto avviene nel bel mezzo di un profondo cambiamento delle politiche economiche e fiscali, specialmente nelle regioni rosse politicamente conservatrici che spesso dipendono - e molto - dal sostegno federale e statale per mantenere le loro economie locali. Secondo il miliardario, la recessione rurale rossa potrebbe essere imminente nel caso in cui l’attuale tendenza ai tagli di liquidità dovesse persistere.
Gli stati rossi, prevalentemente di orientamento repubblicano, da tempo sostengono le politiche a favore della deregolamentazione e della riduzione della spesa pubblica. Ed è così che Cuban individua un paradosso: le stesse politiche sostenute dai leader di queste zone potrebbero ora accelerare il loro tracollo economico.
Negli ultimi giorni negli USA è andato virale un articolo della CNN, in cui la testata raccontava la storia di alcuni cittadini, tra cui quella di Jennifer Piggott, un’autoproclamata “MAGA junkie” (sostenitrice del Make America Great Again, movimento lanciato da Trump) residente in West Virginia. Piggott, insieme ad altri 124 dipendenti pubblici in prova, è stata licenziata dal Bureau of Fiscal Service del Dipartimento del Tesoro. Un duro colpo all’economia locale.
Il Bureau, che impiega circa 2.000 persone in una città di 29.000 abitanti, è stato gravemente colpito dall’ondata di licenziamenti che ormai va avanti da settimane. Nonostante l’ordine di un giudice federale di reintegrare i dipendenti licenziati, l’amministrazione di Donald Trump ha fatto ricorso alla Corte Suprema. Intanto gli interessati vivono in uno stato di totale incertezza.
Le aree rurali, solitamente caratterizzate da bassa popolazione e limitata diversificazione industriale, sono particolarmente suscettibili agli stop dei finanziamenti governativi e, di conseguenza, alle dinamiche occupazionali negative. La chiusura di uffici federali o statali o la risoluzione di contratti con aziende locali possono comportare delle perdite immediate di posti di lavoro, entrate fiscali e incertezza finanziaria in intere comunità.
Cuban in passato aveva già messo in dubbio l’operato del Department of Government Efficiency (DOGE) guidato da Elon Musk, dichiarando: «Ma questa non è un turnaround aziendale. Questi sono gli Stati Uniti d’America».
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