Crollo delle azioni e rally del petrolio. Cosa succede oggi nei mercati?

Violetta Silvestri

19/09/2023

Prezzo del petrolio in corsa e azioni in profondo rosso: questa la situazione dei mercati oggi, pressati da una Cina che arranca nel settore immobiliare e da attese per la Fed.

Crollo delle azioni e rally del petrolio. Cosa succede oggi nei mercati?

Mercati agitati oggi, con azioni in profondo rosso e petrolio in corsa.

La giornata e la settimana si confermano piuttosto turbolente. Le azioni asiatiche sono crollate, mentre le preoccupazioni per il settore immobiliare cinese hanno pesato sui tutti i mercati della regione da Hong Kong all’Australia. Gli investitori giapponesi hanno venduto titoli di chip al ritorno da un fine settimana di ferie che ha visto gli scambi chiusi.

I rendimenti dei titoli del Tesoro Usa di riferimento si sono attestati vicino ai massimi di 16 anni e il dollaro si è mantenuto vicino al livello più alto di sei mesi, mentre i trader si preparano alla decisione della Federal Reserve mercoledì, in una settimana che vede anche le riunioni di Banca del Giappone e della Banca d’Inghilterra, tra gli altri.

Il petrolio greggio ha invece continuato il suo rally in un contesto di riduzione dell’offerta, alimentando le preoccupazioni sulla stagflazione.

Con queste premesse, sono diversi i motivi di nervosismo per i mercati e gli investitori.

Tonfo delle azioni, Cina in rosso. Cosa temono i mercati?

La giornata degli scambi asiatici si avvicina alla chiusura con tutti gli indici in territorio negativo. In Cina, Shenzhen e Shanghai perdono rispettivamente lo 0,81% e lo 0,07%. Hong Kong viaggia in rosso con un -0,08% e il Nikkei giapponese ha archiviato la seduta a -0,80%.

L’incertezza deriva soprattutto dal settore immobiliare del dragone. I titoli immobiliari cinesi sono stati volatili, con un sottoindice degli sviluppatori Hang Seng che a un certo punto è sceso fino all’1,2%, prima di passare in territorio positivo intorno all’ora di pranzo per poi calare di nuovo.

Fornendo qualche spiraglio di speranza, tuttavia, Country Garden ha ottenuto l’approvazione dei creditori per estendere il rimborso di un’altra obbligazione onshore, l’ultima di una serie di otto obbligazioni per le quali ha chiesto estensioni, secondo indiscrezioni raccolte da Reuters.

Anche Peer Sunac China Holdings ha ottenuto l’approvazione dei creditori per il suo piano di ristrutturazione del debito offshore da 9 miliardi di dollari, il primo via libera a una revisione del debito da parte di un importante sviluppatore cinese. Tuttavia, queste notizie positive non sono riuscite a risollevare il sentiment in Asia.

Il BlackRock Investment Institute ha tagliato il rating per le azioni dei mercati emergenti da sovrappeso a neutrale, affermando che il settore immobiliare in difficoltà della Cina continua a frenare la crescita, mentre lo stimolo politico non è così ampio come in passato.

Dagli Usa, inoltre, arriva sempre più incertezza su cosa deciderà e stimerà la Fed in riunione oggi e domani. Con le previsioni quasi certe di mantenere i tassi di interesse invariati questa settimana, i trader si concentreranno sul cosiddetto dot plot riassuntivo delle previsioni economiche.

Le due domande principali sono se i politici manterranno le loro proiezioni per un ulteriore aumento di 25 punti base entro la fine dell’anno e quanto allentamento stanno prevedendo per il 2024. A giugno, avevano previsto tagli di un punto percentuale.

“Questo è probabilmente troppo, considerando la posizione in cui si collocano la crescita e l’inflazione per gli Stati Uniti”, ha detto Joey Chew, responsabile della ricerca sui cambi asiatici presso HSBC Holdings Plc, a proposito dei possibili tagli del prossimo anno. Gli investitori dovrebbero aspettarsi che il dollaro riceva una spinta se i dot plot mostrano meno tagli dei tassi previsti per il prossimo anno.

Il petrolio accelera la corsa

Il prezzo del petrolio non si ferma e continua a crescere.

Le azioni del settore energetico hanno guadagnato terreno grazie al rialzo sia del Brent che del West Texas Intermediate per il quarto giorno in un contesto di tensione nel mercato fisico. Il Brent ha superato i 95 dollari al barile per la prima volta da novembre e ha aumentato i rischi per le pressioni inflazionistiche, già questioni chiave tra le banche centrali.

La debole produzione di shale negli Stati Uniti ha alimentato ulteriori preoccupazioni su un deficit di offerta derivante dai tagli estesi alla produzione da parte dell’Arabia Saudita e della Russia.

“Considerando come i mercati energetici diventeranno probabilmente limitati dall’offerta, soprattutto in un clima più rigido che si avvicina alla fine dell’anno, i prezzi più alti del petrolio rappresentano sia un rischio al rialzo per l’inflazione che un rischio al ribasso per la crescita, ha affermato Rodda di Capital.com.

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