Tesla è da comprare o da vendere? Dai massimi di dicembre, il titolo sta perdendo oltre il 15%, ma potrebbe scendere ancora, permettendo a Musk di ricomprare azioni a sconto.
Dietro al crollo di Tesla c’è Musk. Ecco perché le quotazioni sono scese di oltre il 15% in un mese.
Il 2023 è stato un anno eccezionale per Tesla (TSLA), con un aumento del 102% delle azioni, che ha superato persino il Nasdaq Composite. Tuttavia, nel 2024 gli investitori si interrogano sulla sostenibilità di questo trend.
L’attuale contesto macroeconomico è difficile, con tassi di interesse più alti e pressioni inflazionistiche che colpiscono il settore automobilistico.
Tesla ha risposto al clima avverso tagliando i prezzi per stimolare la domanda, ma ciò ha influenzato negativamente la redditività. Nel terzo trimestre del 2023, i margini lordo e operativo hanno subito un significativo calo rispetto all’anno precedente. Inoltre, la crescita dell’azienda ha subito un rallentamento, con un aumento dei ricavi del solo 9% durante lo stesso periodo.
Nonostante ciò, Tesla presenta attributi positivi, tra cui un forte marchio e vantaggi competitivi nei costi. La sua enfasi sulla guida autonoma e sull’intelligenza artificiale indica ambizioni a lungo termine. Tuttavia, gli investitori devono stare molto attenti nel valutare l’azienda, decidendo se il prezzo attuale giustifica il potenziale rendimento o se siano disposti ad aspettare un miglior punto di ingresso.
Il rapporto prezzo/utili (P/E) di Tesla è attualmente a 75, un valore elevato per un’azienda con una capitalizzazione di mercato di 733 miliardi di dollari. Il P/E è aumentato del 127% negli ultimi 12 mesi, indicando un miglioramento del sentiment degli investitori. Tuttavia, questo potrebbe significare che le azioni di Tesla sono attualmente valutate al massimo, con probabilità ridotte di rendimenti superiori in futuro.
Un altro aspetto cruciale riguarda la quota di controllo nelle mani di Elon Musk. Nel 2022, il magnate ha ceduto miliardi di dollari di azioni per finanziare l’acquisizione di Twitter, ma ora è determinato a consolidare ulteriormente il suo dominio su Tesla. Attualmente, Musk detiene il 13% del controllo dei voti, ma ambisce apertamente al 25%. Un ribasso dei prezzi consentirebbe a Musk di risparmiare milioni di euro nell’acquisizione delle quote mancanti, delineando un chiaro obiettivo strategico nella sua mossa verso il rafforzamento del suo potere decisionale all’interno dell’azienda.
Tesla: strategie operative con i Turbo Certificates di UniCredit
Tesla ha fallito la rottura della trend line tracciata dai record del 2021, passante da area 260, invertendo bruscamente la rotta. Attualmente i prezzi sono a contatto con un supporto dinamico in area 215, trend line che sale dai minimi di inizio 2023. Sotto questo limite, e alla violazione di area 210, resterebbe solo area 200 a impedire una rovinosa caduta verso area 177 e 165 dollari. Reazioni dai livelli attuali potrebbero riportare il titolo a scambiare in area 240. Solo oltre 260 dollari giungerebbero segnali di forza convincenti.
Per operare long su Tesla potrebbe aver senso utilizzare un certificato Turbo Open End di Unicredit con ISIN DE000HD0DRJ6. Il certificato ha come sottostante Tesla e presenta una barriera distante attualmente il 20,79%.
Per operare Short, invece, potrebbe essere appropriato utilizzare il certificato Turbo Open End Short di Unicredit con ISIN DE000HD1W324, avente una barriera distante il 14,26% e come sottostante Tesla.
Ricordiamo che tale barriera corrisponde a un vero e proprio stop loss, intrinseco nel prodotto, toccato il quale si genera automaticamente la chiusura della posizione.
I certificati Turbo Open End di Unicredit, inoltre, eliminano il problema del limite temporale dall’investimento senza però mantenere la presenza del fastidioso effetto compounding. Sono comunque strumenti finanziari complessi: per le operazioni di trading resta importante settare uno stop loss sulla base delle proprie esigenze e delle giuste regole di money management.
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