Diritti sui software e licenza open source: cosa devi sapere

Caterina Gastaldi

19 Ottobre 2022 - 18:16

I software sono comparati ai romanzi per quel che riguarda i diritti d’autore: cosa significa quindi quando sono open source?

Diritti sui software e licenza open source: cosa devi sapere

I software open source vengono rilasciati con particolari licenze che rendono il codice sorgente fruibile gratuitamente e legalmente da parte di tutti gli utenti, senza che sia necessario per quest’ultimi pagarne i diritti relativi.

Anche i software, infatti, sono protetti dal diritto d’autore, come capita per romanzi o film. Per poterli utilizzare, copiare, vendere, e modificare è generalmente necessario pagare l’autore o chi detiene i diritti d’autore relativi all’azione interessata. Le licenze open source permettono di svolgere alcune azioni, a seconda del volere del creatore del software.
Di seguito come funzionano e cosa tenere conto quando si utilizzano.

Il diritto d’autore per i software

Nel momento in cui viene scritto un software questo è protetto dal diritto d’autore, cosicché il suo creatore, o i suoi creatori, vedano riconosciuti i loro diversi diritti, patrimoniali e morali, al riguardo. A livello tecnico un programma viene equiparato a un romanzo di narrativa, il ché significa che a essere protetta non è la funzione del software in questione, bensì l’esatta sequenza di caratteri nel codice sorgente.

Questo implica che, se qualcuno dovesse mettere mano al codice sorgente, modificandolo, copiandolo, utilizzandolo, o spacciandolo per proprio per esempio, commetterebbe un’infrazione del diritto d’autore dell’altra persona.

I software open source permettono agli utenti finali di poter accedere al codice sorgente in modo legale. Vengono rilasciati attraverso apposite licenze, che possono prevedere diverse possibilità od obblighi. Il fatto che il codice sorgente di un programma sia open source comunque non significa possa venire utilizzato da tutti senza problemi: è necessario essere in possesso delle abilità e conoscenze necessarie per poterne sfruttare il potenziale.

Caratteristiche generali dei software open source

Come accennato, esistono diverse tipologie di licenze che rientrano nella categoria open source. Per poter ricevere questa definizione infatti una licenza deve rispettare i requisiti richiesti dalla Open Source Initiative, fondazione che gestisce il marchio, creato ad hoc, che fornisce anche una lista di tutte le licenze considerate valide a questi fini sul proprio portale.

In generale, di base è richiesto che:

  • il codice sorgente sia disponibile senza costi aggiuntivi per l’utente finale;
  • che sia disponibile la possibilità di modificare il codice sorgente, e ridistribuirlo, senza che sia richiesto un pagamento ulteriore;
  • che non venga impedito di richiedere un compenso a chi è disposto a pagare per il codice modificato.

Queste regole si possono considerare le richieste base. Tuttavia sotto il titolo di open source vengono inserite licenze diverse. Proprio per questo è fondamentale informarsi riguardo ai requisiti richiesti dalla specifica licenza sotto cui ricade il codice sorgente di proprio interesse, in modo da evitare di infrangere i diritti altrui, poiché per quanto tutte permettano di apportare modifiche e rivenderle, possono essere presenti richieste differenti, in particolare per quel che riguarda la condivisione.

Il software open source è gratis?

Un errore comune è confondere un prodotto open source con uno gratuito. In realtà, per quanto esistano prodotti che si basano su software open source gratis, questi possono anche essere a pagamento. La dicitura in questione si riferisce alla possibilità di avere a disposizione il codice sorgente del software in questione.

Il termine quindi non è necessariamente legata alla gratuità del programma eseguibile, che dipende esclusivamente dalla volontà dei suoi creatori ed eventuali distributori. Infatti è previsto che i programmi nati partendo da un codice sorgente open source possano venire venduti senza problemi a chi interessato.

Free Software, di proprietà, e open source

Semplificando allo stremo, i software si possono suddividere in tre grandi famiglie: quelli free, di proprietà, e open source.
Per quel che riguarda i software di proprietà (anche detti “non libero” o “closed source”) utilizza una licenza che ne permette l’uso sotto certe condizioni, e non prevede che possa venire modificato, studiato, condiviso, o ridistribuito.

Le altre due tipologie, invece, condividono diversi punti in comune.
La storia dei free software si dirama nel corso dei decenni, a partire dagli ‘70, ed è strettamente legato al concetto di copyleft. Attualmente quando si parla di software liberi ci si riferisce a un particolare tipo di licenza che garantisce al software la libertà d’utilizzo, di studio, di modifica e di condivisione, ma che richiede anche che nel momento in cui vengono apportate modifiche, queste siano condivise con la community del progetto originale.

È proprio dal concetto di software libero che è nato l’open source, e diverse licenze libere rientrano tra quelle approvate dalla Open Source Initiative, tuttavia non si può considerare una regola generale. La differenza fondamentale tra queste due tipologie sta nel fatto che i software open source non richiedono la condivisione delle modifiche apportate al codice sorgente.

Condividendo valori comuni, e avendo anche una storia molto vicina, malgrado le differenze queste tipologie di licenze si possono a volte trovare riunite sotto l’acronimo “FOSS”, ovvero Free and Open Source Software.

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# SIAE

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