Se installi questa applicazione sul cellulare rischi il carcere

Ilena D’Errico

19 Aprile 2025 - 22:00

L’installazione di questa applicazione è un reato. Ecco perché e cosa si rischia a seconda dei casi.

Se installi questa applicazione sul cellulare rischi il carcere

Nelle ultime ore ha fatto scalpore la notizia di due medici siciliani condannati per l’utilizzo di un’applicazione spia a danno della vittima, precisamente moglie e nuora rispetto agli autori del reato. Di vicende come queste se ne ripetono ogni anno moltissime, eppure i cittadini continuano a sottovalutare le conseguenze legali dei propri comportamenti “virtuali”. Eppure, chi installa queste applicazioni rischia il carcere, anche quando ritiene di avere fini legittimi.

Se installi questa applicazione sul cellulare rischi il carcere

Le app spia e i software analoghi non sono espressamente vietati, quindi installarli e utilizzarli non è sanzionato in automatico. Allo stesso tempo, monitorare le conversazioni e in generale il cellulare di un’altra persona senza il suo consenso è illegale. L’uso delle applicazioni di questo genere è quindi concesso soltanto con il permesso dell’interessato o, altrimenti, da parte di tutori legali (genitori compresi) nel limite dei fini concessi dalla legge.

Da quest’ultimo punto di vista non c’è una vasta giurisprudenza, ma va comunque considerato che ci sono molti altri mezzi, anche più funzionali ed efficaci, per controllare eventuali pericoli, segni di disagio e quant’altro. Altrimenti, chi installa un’applicazione spia senza il consenso del proprietario dello smartphone commette il reato di interferenze illecite nella vita privata, punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni. A nulla rileva che l’altra persona sia il coniuge, che conserva il proprio diritto alla vita privata. Basti pensare che secondo la Corte di Cassazione appropriarsi con la forza del cellulare della moglie o del marito configura il reato di rapina.

In ogni caso, si è in presenza di un reato anche quando la persona è consapevole di essere spiata e indipendentemente dall’eventuale facilità avuta nell’installazione. Proprio la convivenza tra coniugi facilita atti di questo genere, tant’è che non è punibile il coniuge che vede un messaggio sul telefono altrui, per esempio. Sfruttare un momento di distrazione o il permesso a usare il telefono concesso per altri motivi per installare un’app spia è invece sempre vietato.

Si usa l’esempio dei coniugi perché è una delle circostanze più comuni, in particolar modo nelle cause di separazione. Si deve però sottolineare che si è sempre in presenza di un reato, a prescindere dai rapporti tra le parti. Per esempio, anche il datore di lavoro che spia i dipendenti con un’app commette un reato.

Altri comportamenti punibili

Oltre al reato di interferenze illecite nella vita privata chi installa un’app spia sul cellulare altrui senza consenso può essere accusato di altri illeciti. Tutto dipende dalle modalità con cui avviene l’installazione del software, dai contenuti spiati, dalle finalità e dall’eventuale diffusione del materiale. Si elencano di seguito le casistiche più diffuse in queste situazioni, non necessariamente tra coniugi.

  • Il reato di intercettazione abusiva punito dall’articolo 617 bis del Codice penale con la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 5 anni riguarda proprio l’installazione di strumenti di intercettazione per monitorare telefonate, SMS, email e conversazioni in generale.
  • L’accesso abusivo a sistema informatico è un reato previsto dall’articolo 615 ter del Codice penale che punisce con la reclusione fino a 3 anni chi accede o permane senza consenso in un sistema informatico altrui.
  • La violazione della riservatezza della corrispondenza è punita in modo specifico dall’articolo 616 del Codice penale con la reclusione fino a 1 anno o la multa da 30 a 516 euro (se il fatto non costituisce un reato più grave).
  • La localizzazione e il monitoraggio degli spostamenti non sono esplicitamente puniti dal nostro ordinamento (come d’altronde il pedinamento) ma possono configurare il reato di stalking o di molestie.

Di fatto, il monitoraggio è ammesso soltanto con il consenso dell’interessato. È invece possibile registrare una telefonata oppure una conversazione a cui si prende parte.

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# Reato

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