Ecco l’investitore statunitense che detiene Dogecoin per un valore di 2 milioni di dollari: malgrado i bassi del social token nel tempo, ha sempre mantenuto la fiducia
Le attuali cavalcate del dogecoin stanno riuscendo in parte a oscurare l’attenzione sul resto del comparto criptovalute, anche grazie a figure chiave come Elon Musk che continuano a garantirgli un posto fisso nell’agenda mediatica.
Ecco perché si cominciano già a delineare i primi bilanci relativi ai cosiddetti investitori della prima ora; lo fa ad esempio la CNBC, che racconta la storia di Glauber Contessoto, definendolo “the Dogecoin millionaire”, vale a dire «il milionario del Dogecoin».
Sì perché Contessotto si è sempre rifiutato di vendere, anche quando per il social token i bassi erano decisamente maggiori degli alti e la sfiducia del mercato prevaleva.
Lui la fiducia non l’ha mai persa, e ora il suo investimento vale oltre 2 milioni di dollari. A questa cifra è arrivato - racconta alla CNBC - partendo dal niente affatto esiguo investimento di 180mila dollari fatto lo scorso 5 febbraio, quando il prezzo era pari a circa 4,5 centesimi.
Dogecoin, questo investitore non ha mai venduto: ora ha 2 milioni di dollari
Nel ripercorrere le sue scelte di investimento, Contessotto - 33 anni - si mostra molto sicuro di sé, ed evidenzia di aver messo in conto fin dall’inizio il cammino instabile e pieno di cadute del Dogecoin:
“Avevo già previsto le cadute, ne sono sempre stato abbastanza sicuro; e infatti ce ne sono state”.
Dopo aver raggiunto il massimo storico di 73 centesimi in previsione dell’apparizione di Elon Musk al Saturday Night Live, il Dogecoin è precipitato sotto i 50 centesimi quando il CEO di Tesla ha definito la criptovaluta una “confusione” (letteralmente “hustle”).
Contessoto ha paragonato quello che è successo con il SNL a quello che è successo con in occasione del Doge Day, proclamato dalla comunità il 20 aprile:
“Per la settimana che lo ha preceduto, tutti lo hanno esaltato, i prezzi sono aumentati e poi è crollato. È esattamente lo stesso schema.”
Nelle ore successive il social token ha proseguito nella sua discesa fino a segnare quota 40 centesimi, dopo che Musk ha annunciato che Tesla non avrebbe accettato pagamenti in Bitcoin.
Ma il prezzo ha ripreso a crescere quando lo stesso CEO del colosso elettrico ha twittato a proposito di un “lavoro in corso con gli sviluppatori del Dogecoin, per migliorare l’efficienza delle transazioni di sistema”, definendo la cosa come “potenzialmente promettente”.
Dogecoin: la crypto della generazione Z?
Tutta questa volatilità rappresenta il principale motivo per cui molti esperti restano scettici nei confronti del Dogecoin, anche in misura maggiore rispetto ad altre criptovalute.
Su tutti Mike Novogratz, fondatore e CEO di Galaxy Digital, ha dichiarato di recente che mentre il Bitcoin può essere considerato come “un deposito di valore ben ponderato e ben distribuito che dura da 12 anni ed è sempre più riconosciuto”, il Dogecoin non è altro che una manovra speculativa e in mano a pochissimi:
“Ha letteralmente due persone che possiedono il 30% dell’intera offerta, ed è un investimento estremamente rischioso.”
Ma la volatilità non preoccupa Contessoto, che si dice molto ottimista sulla criptovaluta ispirata ai meme per il lungo termine.
Resta infatti fiducioso del fatto che rimarrà una delle migliori criptovalute, anche se è iniziata come uno scherzo nel 2013 basato sul meme «Doge», un cane shiba inu.
“Le persone mi chiedono sempre perché io continui a mostrarmi così ottimista e perché pensi che il Dogecoin finirà per prendere il sopravvento. La verità è che credo che i meme rappresentino il linguaggio dei millennial: sono il linguaggio della nostra generazione, della generazione Z. Lo credo davvero”.
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